corriere.it, 17 aprile 2025
Pisa, punge tre donne sulle natiche con una siringa: arrestato Simone Baroncini, nel 2009 aveva ucciso Vanessa Simonini
La squadra mobile di Pisa ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Un uomo, residente a Volterra, è accusato del reato di violenza sessuale per aver punto, con una siringa, almeno tre donne sulle natiche.
L’indagato è Simone Baroncini, l’operaio pisano che, nella notte fra il 7 e l’8 dicembre del 2009, strangolò Vanessa Simonini, ventenne di Gallicano (Lucca), dopo che la ragazza aveva respinto le avances di quello che per lei era e doveva rimanere soltanto un amico. Baroncini ha scontato i 16 anni di detenzione per l’omicidio ed è tornato in libertà nel 2022.
Le punture, le denunce, le indagini
Da alcuni mesi a Pisa girava l’allerta sulla presenza in città di un «maniaco delle siringhe».
Le indagini sono scaturite dalla denuncia di due giovani di 23 e 21 anni, che nel weekend tra il 18 ed il 19 gennaio scorso sono state punte alle natiche da un ago da siringa nel centro cittadino di Pisa. In particolare, le giovani avevano raccontato di essere state aggredite da un uomo di mezza età incappucciato mentre passeggiavano rispettivamente in Cavalcavia di San Giusto e viale Bonaini.
I poliziotti hanno ricostruito che l’uomo – il 14 settembre dello scorso anno – aveva colpito anche in Lungarno Buozzi, dove una trentenne era stata “punta” sempre con una siringa.
L’analisi delle immagini di videosorveglianza cittadine, insieme a quelle tratte dagli esercizi commerciali, hanno consentito di avere un primo identikit dell’uomo.
E così lo scorso 24 gennaio la squadra mobile di Pisa e gli specialisti dello Sco della polizia hanno perquisito il sospettato: nella sua abitazione hanno trovato un ago da siringa nascosto sotto al letto e gli stessi abiti indossati durante le aggressioni sessuali riprese nelle telecamere.
Dal cellulare è emerso che l’uomo si aggirava nel centro cittadino di Pisa fotografando le parti posteriori di ignare giovani passanti. È infine emerso che, sui social network, aveva contattato sconosciuti per chiedere come eseguire punture con modalità «non dolorose.»
È stata certificata anche la presenza di numerosissimo materiale pornografico riconducibile al genere “spanking” e “needle spiking”, ovvero rappresentante giovani sottoposte a punture di ago nelle natiche.
L’omicidio di Vanessa
Simone Baroncini è stato condannato a 16 anni di carcere per la morte di una ragazza di 21 anni. È tornato in libertà nel 2022.
Quello di Vanessa Simonini fu uno dei primi femminicidi della provincia di Lucca, e anche per questa ragione la morte della giovane suscitò all’epoca un’onda emotiva enorme. Una vicenda rimasta d’attualità e diventata anche un simbolo nel tempo, grazie soprattutto al coraggio della mamma Maria Grazia Forli, che negli anni successivi si è impegnata in prima persona per tenere alto il ricordo della giovanissima figlia.
La signora Forli ha scritto anche un libro di poesie dedicato a Vanessa, diventando – in Lucchesia, ma non solo – un autentico punto di riferimento nella lotta contro la violenza sulle donne.
Le modalità dell’omicidio, da subito, suscitarono un forte sdegno: dopo aver strangolato Vanessa lungo una via secondaria, Baroncini si diresse verso il greto del Serchio, simulando un’aggressione da parte di sconosciuti che fu però ben presto costretto a ritrattare, di fronte alle domande degli inquirenti.
L’omicidio di Vanessa avvenne in una delle sere più attese dell’anno per Gallicano, che ogni 7 dicembre ospita una fiaccolata per le vie del paese alla quale prendono parte migliaia di persone.