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 2025  aprile 17 Giovedì calendario

Garlasco, 60 impronte mai rilevate: ora si cerca il match con Andrea Sempio. Le nuove tecniche e la "verità alternativa"

A diciotto anni dal delitto di Chiara Poggi, la procura di Pavia amplia il raggio delle indagini puntando sulle impronte digitali mai attribuite raccolte nella villetta di Garlasco. Sessanta reperti ritenuti all’epoca «non utilizzabili» saranno ora rivalutati con tecniche aggiornate e confrontati anche con Andrea Sempio, il nuovo indagato. Si riaccende così il fronte dattiloscopico di un caso che sembrava chiuso, ma che oggi viene riscritto a partire da tracce rimaste finora in ombra.
Sessanta impronte
Sessanta impronte digitali isolate nel 2007 sulla scena del delitto di Chiara Poggi, finora mai utilizzate perché giudicate «parziali» o «non comparabili», verranno ora sottoposte a una nuova analisi comparativa.
Gli accertamenti, diretti dalla procura di Pavia, coinvolgeranno anche Andrea Sempio, iscritto nel registro degli indagati nel nuovo filone investigativo aperto sul caso.
Le tracce, riporta il Corriere della sera, furono rilevate nella villetta di via Pascoli tra il 16 agosto e il 3 ottobre 2007, nei giorni immediatamente successivi all’omicidio della giovane, avvenuto il 13 agosto di diciotto anni fa. Alcune di queste impronte, oggi conservate sia in forma di immagini digitali che su supporti adesivi («paradesivi»), saranno rivalutate dagli esperti dattiloscopici.
Il sospetto degli investigatori è che parte del materiale classificato come non utile all’epoca delle prime indagini sia in realtà utilizzabile per attribuzioni identitarie. Le impronte verranno confrontate con i profili digitali di Andrea Sempio e di altre persone che frequentavano abitualmente l’abitazione dei Poggi.
Andrea Sempio, nuovo prelievo
Per questo motivo, mercoledì mattina, Andrea Sempio è stato convocato nuovamente nella caserma dei carabinieri di via Copernico a Milano per un secondo prelievo di impronte, questa volta anche con la tecnica classica dell’inchiostro. Il primo prelievo, effettuato il 13 marzo con tecnologia laser, non avrebbe fornito risultati sufficientemente leggibili a causa di un malfunzionamento dello strumento. «Il laser era sporco, quindi non si leggevano bene le impronte», ha dichiarato l’avvocata Angela Taccia, legale di Sempio. «Andrea è tranquillo, anche se provato dalle continue richieste degli inquirenti».
La verità alternativa
In parallelo, la procura ha affidato una consulenza tecnica ai carabinieri del RIS e a un esperto esterno. L’obiettivo è verificare se alcune impronte possano essere legate alle fasi esecutive del delitto, aprendo così la strada a una «verità alternativa» rispetto a quella stabilita nei cinque processi che hanno condotto alla condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di carcere.
Il prossimo snodo dell’inchiesta sarà l’incidente probatorio fissato per il 16 maggio: al centro, il Dna trovato sotto le unghie di Chiara, che già include due profili maschili, tra cui quello di Sempio. A occuparsene sarà un dattiloscopista della Polizia Scientifica di Milano nominato dal giudice.
Le mosse della difesa
Le difese si muovono su fronti contrapposti. Da un lato, l’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, ha ribadito che l’assassino non è né il suo assistito né Alberto Stasi, ma «una terza persona ancora in libertà». Dall’altro, il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha espresso «amarezza» per l’evoluzione dell’inchiesta e parlato di «un lavoro inutile che comporta un dispendio di energie e denaro pubblico».