Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  aprile 17 Giovedì calendario

Falso allarme bomba alla Cassazione (e in Francia)

«Siamo del Gruppo comunisti combattenti contro Meloni, c’è una bomba al Palazzaccio». Così si sono presentati ieri mattina alle 8 con una telefonata anonima arrivata al centralino del Palazzo di Giustizia Corte Suprema di Cassazione in piazza Cavour. Eccoli i nuovi comunisti «combattenti» e soprattutto contro l’attuale «presidente del Consiglio» armati addirittura di bombe. Il messaggio è chiaro: non siamo pacifisti ma pronti a uccidere chiunque capiti nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Sono bastate poche parole intimidatorie che annunciavano un ordigno esplosivo per far scattare l’allarme e far arrivare sul posto forse dell’ordine, artificieri e cinofili che si sono messi subito all’opera con una serie di verifiche all’interno dell’edificio, completamente evacuato per precauzione.
Ci sono volute diverse ore per controllare tutta l’area e i cantieri limitrofi a più largo raggio, ma per fortuna si è trattato di un falso allarme. Bombe non ne sono state trovate. Gli investigatori dell’Arma hanno ispezionato tutti i piani del Palazzaccio per sincerarsi che non ci fossero oggetti sospetti che potessero essere riconducibili a ordigni esplosivi; i controlli e le bonifiche sono stati estesi anche all’esterno e nei cantieri intorno al palazzo sede della Suprema Corte. Il silenzio dei politici si fa notare sui social, dove qualcuno scrive: “Immagino se fossero stati i “combattenti contro la Elly...”. E uno che si firma POSTIT64 rincara la dose: “Non riuscendo più ad amministrare direttamente i centri istituzionali dello Stato, alla sinistra gli è rimasto soltanto di spaventarli con queste telefonate della disperazione, molto simili a quelle scherzose che una volta si facevano nelle scuole per far uscire in anticipo gli studenti...”.
Ma le indagini continuano per risalire al luogo e all’utenza collegati al telefonista che ha annunciato la finta presenza della bomba e anche al gruppo di comunisti che ha rivendicato la chiamata.
Anche la Francia ieri, ma nel pomeriggio, ha avuto un allarme bomba al tribunale giudiziario di Parigi alla porte de Clichy, dove tutti i presenti nell’edificio sono stati evacuati attorno alle 18 per consentire agli artificieri di esaminare i locali. Poco prima, intorno alle 16 sempre a Parigi, un altro allarme – rivelatosi poi falso – per una bomba allo Starbucks Coffee degli Champs-Elysées. La polizia ha dovuto far uscire un migliaio di persone che erano presenti in quel momento nella galleria commerciale in cui sorge anche il locale minacciato.