Avvenire, 17 aprile 2025
Il calcio non si ferma mai In campo anche a Pasqua
L’Europa è unita, sì ma a quanto pare solo quando si tratta di giocare a calcio il giorno della Santa Pasqua. Premier inglese, Liga Spagnola, Bundesliga tedesca e Ligue1 francese, scendono tranquillamente in campo dal Venerdì Santo a Domenica 20 aprile, la domenica di Pasqua che quest’anno per la gioia di molti stranieri della Serie A coincide con la Pasqua ortodossa. Su tutto il Vecchio Continente dunque sono previste partite sabato, domenica e relativo surplus per il lunedì dell’Angelo, Pasquetta. E noi che facciamo? Ci adeguiamo ovviamente al canone europeo. La Lega di Serie A cristianamente, non nel senso di Cristiano Ronaldo, esenta il calcio nostrano il Venerdì Santo, ma poi, senza indugi, fedele ai contratti televisivi con annesse sponsorizzazioni del betting in primo piano, ha fissato tre incontri (Napoli compreso) il giorno della vigilia di Pasqua e per la domenica di Pasqua rompe, una sana e consapevole tradizione che di fatto resisteva dal 1978, con altre tre partite (Inter compresa) in programma. L’ultima domenica calcistica che era coincisa con la Santa Pasqua risaliva infatti al 26 marzo 1978. Si era quasi alla fine del pontificato di Paolo VI, Karol Wojtyla sarebbe stato nominato Papa Giovanni Paolo II il 18 ottobre del ‘78, quando a Pasqua tutta la Serie A di allora, torneo più umano e più vero a 16 squadre, scendeva regolarmente in campo. Ma tutte le gare erano alla stessa ora, 14.30. Una domenica bestiale quella del pallone a sorpresa dentro l’uovo, che venne vissuta in pieno clima terroristico. Il 16 marzo 1978 a Roma le Brigate Rosse, in via Fani, rapivano il presidente del Consiglio nazionale della Democrazia cristiana, Aldo Moro, che dopo 55 giorni di prigionia sarebbe stato ritrovato morto, il 9 maggio, nella Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani. Forse in quella Pasqua del ‘78 il Vaticano vide nella domenica calcistica un deterrente all’atmosfera plumbea che aleggiava sul Paese e si giocò lo stesso. La stagione calcistica, 1977-’78, che portava in Argentina, al “Mundial dalla Coppa insanguinata” (oltre 30mila desaparecidos mai più tornati a casa), era già stata funestata dalla prima tragedia avvenuta su un campo di Serie A: il 30 ottobre del ’77 durante Perugia-Juventus per arresto cardiaco moriva il 24enne centrocampista del club umbro Renato Curi. E il Perugia fu l’unica squadra a rigiocare in via del tutto eccezionale, contro l’Inter, il giorno di Pasqua del 2004, era l’11 aprile. Un match obbligato per venire incontro all’Inter che, ieri come oggi, aveva problemi di accavallamenti di date per le gare di Coppa Uefa. Nessuna indignazione allora da parte della Lega di Serie A, perché lo show sì sa deve proseguire, a Natale come a Pasqua, e allora l’unico moto di protesta si alzò dall’emittente locale Umbria Radio che per scelta etica e cristiana non trasmise come da consuetudine la diretta di Perugia-Inter, che per la cronaca vide la vittoria dei nerazzurri, 2-3. Corsi e ricorsi, l’Inter nella domenica della Santa Pasqua 2025 è di nuovo in campo e in trasferta, al Dall’Ara di Bologna, alle ore 18, per una partita che per i nerazzurri vale lo scudetto bis e per i felsinei la riconferma di un posto in Champions. «Anche nel 1964 l’anno dell’ultimo scudetto vinto dal Bologna si giocò di Pasqua proprio contro l’Inter – dice don Massimo Vacchetti direttore Ufficio Sport dell’Arcidiocesi di Bologna –. E quella è passata alla storia come la “Pasqua di sangue” per via dello scandalo del doping che colpì il Bologna che poi vinse il campionato nello storico spareggio di Roma contro l’Inter di Helenio Herrera Era il 7 giugno e qualche giorno prima si tennero i funerali del presidente del Bologna Renato Dall’Ara, ma i giocatori non vi parteciparono perché già a Roma, tranne l’infortunato centravanti Ezio Pascutti. Il Bologna chiese di annullare la partita ma la Lega Calcio di allora disse di no, cosa che invece ha fatto di recente la Fiorentina alla scomparsa del suo ad Joe Barone. Il calcio purtroppo già sessant’anni fa non solo non si fermava a Pasqua, ma nemmeno davanti alla morte di un dirigente. Ora, nel “calcio spezzatino”_in cui anche di venerdì normalmente si gioca, mi pare questa la vera notizia: la Lega di Serie A ha rispettato il Venerdì Santo in cui non si disputeranno partite». Sarà, ma intanto Bologna non è la prima volta che santifica le feste facendo giocare il basket il giorno di Natale. Il derby delle Due Torri del 2019, Fortitudo-Virtus si disputò la sera del 25 dicembre. Nel basket come nella pallavolo, vige da tempo il Natale e Pasqua con chi vuoi, quindi al Palasport. Era l’ormai lontano 2012 quando dalle colonne di Avvenire Davide Saitta, pallavolista catanese classe 1987 che all’epoca militava nell’Exprivia Molfetta (Serie A1), si sfogava dicendo: «Mi fa male dover giocare il giorno in cui nostro Signore è risorto, fosse per me non scenderei in campo». Quattordici anni dopo le semifinali scudetto della pallavolo si disputeranno il sabato 19 e il lunedì 21 aprile. Esodo di interisti invece il giorno di Pasqua con migliaia di tifosi nerazzurri che appena mangiata la colomba saranno costretti ad abbandonare le famiglie ed essere solidali con i loro beniamini che timbreranno regolarmente il cartellino in campo. Così faranno anche i colleghi di Empoli-Venezia, quasi uno spareggio per la salvezza che farà addirittura saltare il pranzo pasquale a tutti (nonostante l’anticipo delle 12.30, come la gara del venerdì sera, è saltato) dato che allo stadio Castellani il calcio d’inizio sarà alle ore 15. A chiudere la giornata della Santa Pasqua della Serie A ci penseranno le luci di San Siro accese sul posticipo di lusso Milan- Atalanta (ore 20.45). Tre sfide che annulleranno l’ultima assurda uscita pasquale che risaliva al 12 aprile 2009 quando al Granillo si giocò Reggina-Udinese. Sugli altri 8 club impegnati nel lunedì dell’Angelo, e quindi 4 dei quali obbligati a viaggiare il giorno di Pasqua il velo pietoso è già calato da un pezzo.
«Giocare anche il giorno di Pasqua ormai è il minimo che possiamo aspettarci – dice il presidente del sindacato dei calciatori (Aic) Umberto Calcagno –. È lo specchio dei nostri tempi in cui, come per il clima anche nel calcio ci non ci sono più le stagioni. Pensate agli azzurri di Inter e Juventus che a fine campionato con la Nazionale andranno a giocare una gara di qualificazioni ai Mondiali in Norvegia (6 giugno) e poi subito dopo con la Moldova a Reggio Emilia (9 giugno) e di ritorno da questi due impegni saliranno su un aereo con le loro squadre per farsi un mese (dal 14 giugno al 13 luglio) di Mondiale per club in America». Stakanovismo del pallone che ovviamente va esteso anche agli arbitri e a tutti quelli che operano nel settore. Pasqua lavorativa anche per centinaia di agenti delle Forze dell’ordine che, il derby di Roma di domenica scorsa lo conferma (13 agenti rimasti feriti nella guerriglia urbana) sono sempre più il bersaglio mobile della follia ultrà, Domenica è sempre domenica lavorativa, per chi deve garantire il servizio d’ordine, ma quella di Pasqua almeno, specie per un agente di fede cattolica se per turno non è gli è concesso di trascorrerla in famiglia, almeno nel giorno della Resurrezione venga esentato dal prendere le pietre che piovono fuori e dentro lo stadio.