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 2025  aprile 17 Giovedì calendario

Non solo farmaci: l’India vuole diventare la «fabbrica di armi» del mondo

Da “farmacia” del mondo a “fabbrica di armi del mondo”. La trasformazione è già in atto: dopo aver incassato miliardi di dollari in iPhone e prodotti farmaceutici prodotti a basso costo, l’India come scrive la Reuters – ha cambiato rotta e «adesso punta ad aggiungere missili, elicotteri e corazzate ai carrelli della spesa dei governi stranieri». Un cambiamento che ridisegnerà il volto del gigante asiatico, oggi il maggiore importatore di armi al mondo (secondo solo a Kiev), con acquisti in costante aumento fino a rappresentare quasi il 10% di tutte le importazioni globali nel periodo 2019-2023, secondo i dati forniti dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri). Ma non basta. La “palingenesi” indiana minaccia di terremotare equilibri traballanti e di alimentare la sempre più inquietante corsa globale agli armamenti. Il calcolo è strategico. Con l’industria bellica della Russia – alleata di lunga data di New Delhi che ha fornito il 76% delle sue importazioni militari nel periodo 2009-2013, ma solo il 36% nel periodo 2019-2023, – impegnata nella guerra in Ucraina e con l’Europa e gli Usa che di fatto hanno svuotato i magazzini, per l’India si aprono ghiotte opportunità nel “mercato della morte”. Con le nazioni che storicamente si erano affidate a Washington e Mosca – i due maggiori esportatori di armi al mondo – alla ricerca di alternative pronte a bussare alla porta indiana. Come riporta ancora la Reuters, «il più grande importatore di armi al mondo dopo l’Ucraina sta ampliando la capacità della banca statale Export-Import Bank (Exim), di offrire prestiti a lungo termine a basso costo ai clienti, compresi coloro il cui profilo di rischio politico o di credito potrebbe limitare il loro accesso ai finanziamenti convenzionali, secondo due funzionari indiani e tre fonti del settore. I piani dell’India segnano uno sforzo senza precedenti da parte del governo di intromettersi nel reclutamento e nel finanziamento di acquirenti stranieri».
Secondo i dati governativi, l’India ha prodotto 14,8 miliardi di dollari di armi nell’anno fiscale 2023-2024, con un aumento del 62% dal 2020. E intende accelerare. I piani sono ambizioni. Il governo di Modi si è prefissato l’obiettivo di raddoppiare le esportazioni di armi e attrezzature militari a sei miliardi di dollari entro il 2029, destinando una parte significativa dei 75 miliardi di dollari spesi per la difesa lo scorso anno al potenziamento della produzione locale. «L’India è stata tradizionalmente un importatore per decenni e ha iniziato a concentrarsi sulla produzione locale solo nell’ultimo decennio», ha spiegato all’Afp l’analista di affari strategici Nitin Gokhale. Il Paese gioca su più tavoli. Non solo vuole vendere ma continua a importare armi.
Negli ultimi anni, il gigante indiano ha approfondito la cooperazione in materia di difesa con i Paesi occidentali, anche nell’ambito della tanto celebrata alleanza Quad con Stati Uniti, Giappone e Australia.
Questo riorientamento «ha aiutato l’India a firmare diversi accordi per l’importazione e la co-produzione locale di droni militari, navi militari, aerei da combattimento e altri equipaggiamenti con fornitori dei Paesi occidentali». Una politica “muscolare” che rischia di acuire tensioni mai del tutto spente, con vicini altrettanto agguerriti. Dal Pakistan per arrivare alla Cina.