Avvenire, 17 aprile 2025
Gimbe: il rapporto tra spese sanitarie e Pil fermo al 6,4% fino al 2028
Si intravede una lieve crescita della spesa sanitaria, ma si tratta di stime previsionali che non modificano la sostanza: la quota di ricchezza nazionale destinata alla sanità, già insufficiente, resta invariata nei prossimi anni, confermando il cronico sottofinanziamento del Ssn. A segnalare un rapporto tra spese sanitarie e Pil che resterò inchiodato al 6,4% fino al 2028 è la Fondazione Gimbe. I calcoli vengono effettuati in base ai dati sulla spesa sanitaria contenuti nel Documento di finanza pubblica (Dfp) approvato il 9 aprile dal Consiglio dei ministri e incentrato sulla verifica dei risultati conseguiti nell’attuazione del Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine (PSBMT) 2025-2029, deliberato lo scorso 27 settembre. «Al fine di offrire dati oggettivi utili al confronto politico e al dibattito pubblico, evitando ogni strumentalizzazione – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – noi abbiamo condotto analisi indipendenti sulla spesa sanitaria sul DFP 2025, includendo anche un confronto con le stime contenute nel PSBMT». Secondo quanto riportato nel Documento di finanza pubblica l’aumento consuntivo del Pil per il 2024 è inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni del PSBMT (0,7% vs 1,0%). Per il 2025, la stima di crescita del Pil si dimezza: il Dfp prevede un +0,6%, a fronte dell’1,2% previsto dal PSBMT (0,6 punti percentuali). «Le stime del Pil in termini reali – commenta Cartabellotta – restituiscono prospettive di crescita economica riviste nettamente al ribasso a soli sette mesi di distanza e, soprattutto, gravate da forti incertezze legate al piano di riarmo europeo e alle politiche sui dazi degli Stati Uniti».
L’ultimo documento certifica, per l’anno 2024, un rapporto spesa sanitaria/Pil pari al 6,3%, in lieve aumento rispetto al 2023 (+0,1 punti percentuali). La spesa sanitaria ammonta a 138.335 milioni di euro, con una crescita del 4,9% rispetto ai 131.842 milioni del 2023. «Tuttavia – osserva Cartabellotta – l’incremento di 6.493 milioni tra il 2023 e il 2024 è dovuto per oltre la metà (3.257 milioni) alla spesa per il personale dipendente. Un aumento in gran parte riconducibile agli oneri accantonati per i rinnovi contrattuali del personale sanitario relativi al triennio 2022-2024».
Nel 2025, il rapporto spesa sanitaria/Pil è stimato al 6,4%, in lieve aumento rispetto al 6,3% del 2024. Si prevede un incremento medio della spesa sanitaria del 2,85% l’anno, mantenendo invariato il rapporto spesa sanitaria/Pil al 6,4%.. Per il 2028, il Dfp stima un ulteriore incremento della spesa del 2,6% rispetto al 2027, con il rapporto spesa sanitaria e ricchezza complessiva ancora fermo al 6,4%. «In linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica continua a non rappresentare una priorità per il Paese, nonostante la grave crisi di sostenibilità del Ssn e il progressivo sgretolamento del diritto alla tutela della salute conclude il presidente –. Alla luce delle stime al ribasso del Pil e del quadro macroeconomico, va riconosciuto all’Esecutivo il merito di aver scongiurato ulteriori e drammatici tagli alla spesa sanitaria. Ma bisognerebbe fare di più».