Avvenire, 17 aprile 2025
Gli impianti energetici già colpiti 30 volte durante la “tregua”
Dopo che l’Amministrazione Trump aveva annunciato una tregua parziale che avrebbe salvaguardato la navigazione sul Mar Nero e preservato dagli attacchi le infrastrutture civili, la Russia ha colpito più di 30 volte, secondo Kiev, con raid deliberati sugli impianti energetici. Le forze ucraine hanno risposto colpendo in particolare alcuni centri petroliferi in Russia. Quanto alla navigazione, è bastato che ieri venissero annunciati nuovi colloqui mediati dalla Turchia per riaprire il “corridoio del grano”, perché Odessa venisse bersagliata, specialmente a ridosso delle infrastrutture portuali.
La guerra in Ucraina non conosce pause neanche nella Settimana Santa, che quest’anno in Russia come a Kiev si celebra negli stessi giorni. La “tregua di Pasqua”, che alcune settimane fa era stata evocata da ambienti vicini alla Casa Bianca, non sembra nelle intenzioni del Cremlino. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Heorhyi Tykhyi, ha dichiarato che Mosca ha colpito solo nell’ultimo giorno alcune centrali e sottostazioni elettriche a Kherson e Myko-laiv, nel sud, e a Poltava, nel centro del Paese. E anche ieri nel corso di tutta la giornata sono risuonati gli allarmi che preannunciavano nuovi bombardamenti.
Sul piano negoziale, Washington sembra riconoscere il ruolo di Parigi quale capitale capofila dei “volenterosi”. In Francia sono stati inviati il segretario di Stato Rubio e l’inviato di Trump, Witkoff, allo scopo di incontrare «le loro controparti europee per porre fine alla guerra», informano fonti ufficiali Usa.
Trump continua a considerare l’accordo sulle terre rare come l’innesco per ogni altra operazione diplomatica. L’Ucraina e gli Stati Uniti hanno compiuto «sostanziali progressi», ha detto Yulia Svyrydenko, ministro dell’Economia di Kiev. Da Mosca arrivano dichiarazioni di altro tenore. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che le sue forze hanno preso il controllo del villaggio di Kalynove, nella regione orientale ucraina di Donetsk, mentre le forze armate hanno fatto sapere di avere abbattuto sette droni ucraini sopra la regione russa di Ivanovo, sede di una delle due brigate missilistiche accusate da Kiev di aver sferrato l’attacco che ha provocato domenica scorsa la strage di civili a Sumy. Nella città si stava svolgendo una cerimonia militare. I missili hanno ucciso un imprecisato numero di soldati ucraini. Circostanza che ha molto irritato il presidente Zelensky, che ha disposto la rimozione dei vertici ammini-strativi della regione: il raduno di militari, infatti, è stato usato come pretesto da Mosca per giustificare il raid su edifici civili nel centro della città. E oggi il presidente del Qatar, l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al-Thani, sarà a Mosca per incontrare Vladimir Putin. I due leader discuteranno di «cooperazione bilaterale in diversi settori, incluso quello dell’energia, e di questioni internazionali, fra cui dell’Ucraina e il Medio Oriente», fanno sapere fonti del Cremlino. Intanto, il Parlamento ucraino ha prorogato la legge marziale fino ad agosto, ritardando la data delle nuove elezioni che gli Stati Uniti e la Russia avevano richiesto, ma che nelle attuali condizioni di scontro armato non possono essere celebrate. Petro Poroshenko, ex presidente e leader di “Solidarietà europea”, il più grande partito di opposizione alla compagine guidata da Zelensky, ha dichiarato che «senza dubbio la legge marziale deve essere estesa, specialmente dopo i micidiali attacchi russi a Sumy e Kryvyi Rih questo mese». Tuttavia Poroshenko ha accusato il governo di voler usare le norme eccezionali «per costruire un regime autoritario».