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 2025  aprile 17 Giovedì calendario

Intervista a Sara Curtis

Sara Curtis, come sono stati questi 50 metri nuotati in 24.43?
«Tutti di un fiato».
Un po’ poco: come si raccontano?
«Ma, se ci penso sono troppo brevi per raccontarli: senza respiro».
Troppo brevi, ma lei li fa sempre più corti nel tempo: record in batteria, 24.52, e di nuovo in finale.
«Non si pensavo. Quando sono venuta a Riccione per i campionati pensavo di far bene. Magari in testa il pensiero del record veniva, ma poi non stavo lì a pensarci. Perché poi se ci riuscivo bene, se non ci riuscivo sarebbe venuta la prossima volta».
E fra i 50 appena vinti e i 100 di ieri battendo il primato della Pellegrini?
«Beh senz’altro i 100. La chiamate la gara regina, no?».
E poi meglio della Pellegrini…
«Ma no, lei è un mito, una leggenda. Sono contenta del record ma mica per quello. Lo tenevo nel cassetto, nel cuore, non sapevo di averlo già nella testa e nelle braccia».
Se non fosse venuto il record?
«Pazienza, sarebbe venuto poi».
Ha vinto anche il dorso, i 50: ma qui è andata più piano del primato… una débacle…
«E che si può fare un record ogni volta? Ogni giorno?».
No, tanto che lei ne fa due al giorno, mattina e sera, batteria e finale.
«Una casualità, o forse no. Una coincidenza. Il frutto di tanto lavoro. Bello poi con i miei genitori in tribuna per la prima volta agli Assoluti. Un’emozione in più. Devo tutto a loro, ai loro sacrifici, aiuto, supporto».
E al fatto che l’hanno buttata in acqua a due anni…
«Sì, volevano che mio fratello e io imparassimo a nuotare per una questione di sicurezza. Gli altri bambini piangevano, io ridevo. Credo che l’acqua sia il mio elemento naturale. Ci sto bene, bene da sola in corsia, a sentire il silenzio e solo il suono delle bracciate».
Niente musica?
«Fuori sì, adesso Kendrick Lamar e Billie Eilish».
Sara Curtis continua lo show: vola nei 50 sl agli Assoluti di Riccione e migliora il suo record italiano
E libri?
«Romanzi gialli».
Però se lei è in gara si sa già come va a finire… Libri di scuola?
«Quest’anno ho la maturità. La materia che mi piace di più è diritto, quella che mi piace di meno è economia. Però anche italiano e storia… Studiare mi piace».
Magari psicologia in America, dove allenarsi pure per Los Angeles 2028?
«In realtà è tutto da studiare».
Deve tutto a papà Enzo e mamma Helen. Ma anche a Thomas Maggiora, il suo allenatore da sempre, un sempre che da quando aveva 10 anni a ora che ne ha 18.
«Sì, l’agonismo l’ho cominciato a 6 ma è da 10 che mi cresce Thomas».
E che le tiene il ciondolo “Africa”, regalo di papà anche in onore di mamma Helen che è nigeriana. Come mai questa scaramanzia?
«Mi sa che è cominciata proprio qui a Riccione ai Criteria, un paio d’anni fa. Prima dell’evento gli ho affidato la collana, l’ha tenuta tutti i giorni, è andata bene. E allora conveniva riprovarci. È sempre andata bene e così gli ho dato ciondolo da tenere fino a domani».

Fino ai 50 farfalla: li farà?
«No, abbiamo deciso di no. Vado a casa magari a festeggiare con i miei e con gli amici».
A Riccione come ha festeggiato?
«Dopo i 100 abbiamo aperto una bottiglia di champagne».

E dopo i 50?
«Non ho avuto tempo, pure l’antidoping; è sera tardi e non ho cenato».
Mangerà?
«Pasta al pomodoro».
È il piatto del cuore?
«No, quello è la pizza: ma normale eh, mica quella con l’ananas eccetera. Sono proprio una ragazza normale».
Normale e fidanzata?
«Sì con un delfinista. Non è qui».
I genitori ci sono e il fratello? Ha continuato a fare sport?
«Bici e nuoto. Era bravino. Ora lavora, fa l’elettricista, non poteva essere qui».

Perché preferisce allenarsi in una vasca da 33 metri?
«Perché certi movimenti che vuole il mio allenatore vengono meglio, perché mi regolo di più per la respirazione e poi, sa com’è, quella da 25 è troppo corta, quella da 50 troppo lunga…».

Non parrebbe visti tre titoli italiani individuali, i tre record assoluti, le due qualificazioni singole per i mondiali e la staffetta da bravo soldato della gloriosa compagine dell’Esercito, cui appartiene. Ma come fa a metter dentro la cuffia tutti quei capelli neri un ciuffo vero?
«Li lego. E quando voglio le treccine rasta me le fanno mia madre e mia zia. Bei momenti».
Belli anche quelli di firmare autografi o sorridere ai selfisti: i suoi genitori erano dietro i ragazzini e non disturbavano.
«Ci siamo fatti un cenno d’intesa, ci capiamo subito noi, e loro sono bravissimi, i migliori del mondo».
Anche Sara non scherza, quanto a questo. Cuore Toro.