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 2025  aprile 16 Mercoledì calendario

Cate Blanchett: «Sono seria, voglio rinunciare a recitare. La mia famiglia non ci crede, ma ci sono altre cose che voglio fare nella mia vita»

Lo aveva già detto nel 2023, al termine di “Tar” e lo aveva ribadito lo scorso marzo, parlando con il “Guardian” («un giorno crescerò e mi cercherò un vero lavoro»), ma poi Cate Blanchett è sempre tornata sul set, tanto che il prossimo 30 aprile arriverà in Italia “Black Bag – Doppio Gioco”, diretto da Stephen Soderbergh e dove recita accanto a Michael Fassbender. Adesso però pare che qualcosa sia cambiato e che la 55enne attrice australiana – con cittadinanza statunitense – stia seriamente pensando al ritiro, anche se la sua stessa famiglia (dal 1997 è sposata con Andrew Upton e hanno quattro figli, Dashiell, Roman, Ignatius ed Edith) è la prima a non crederle.
«Sto rinunciando alla recitazione – ha ammesso infatti Blanchett ai microfoni di “Radio Times” –. La mia famiglia alza gli occhi al cielo ogni volta che lo dico, ma io sono seria. Lo penso davvero quando dico che voglio rinunciare a recitare». Insomma questa volta non sembra essere una frase ad effetto, buttata lì per fare titolo, ma una reale intenzione, anche se la star di “The Aviator” e “Blue Jasmine” (i due film che le sono valsi l’Oscar) non ha fornito una tempistica precisa per il suo addio alle scene, limitandosi a spiegare che «c’erano e ci sono molte cose che voglio fare nella mia vita».
Considerata una delle migliori attrici della sua generazione, in trent’anni di carriera Blanchett ha dato vita a una miriade di personaggi e fra le sue interpretazioni più memorabili si ricordano “The Elizabeth”, la trilogia de “Il Signore degli Anelli”, “Il talento di Mr. Ripley” e, più di recente, “La fiera delle illusioni” e “Borderlands”. «Sto meglio in movimento: ci è voluto molto tempo per sentirmi lontanamente a mio agio con l’idea di essere fotografata – ha confessato ancora nell’intervista –. Come molte persone, mi piace essere viva. Mi butto a capofitto nella vita, spesso in luoghi indesiderati. Forse è per questo che la mia carriera, se così la si può chiamare, è stata così stranamente eclettica».