la Repubblica, 16 aprile 2025
La piccola Concordia nel mare di Massa. “Estate con il relitto”
Il signor Gianni passa quasi tutti i giorni dal lungomare. Si mette dietro le transenne e osserva la nave, che da qui sembra un prolungamento sghembo dell’amato pontile. Sintetizza: “È come se fosse caduto un meteorite sul nostro luogo simbolo”. Per meteorite si intende la Guang Rong, più di 100 metri di nave, che in una notte di fine gennaio, trascinata da vento e onde di burrasca, impossibilitata a manovrare probabilmente a causa di un motore in avaria, si è schiantata proprio di fronte a piazza Betti, il centro di Marina di Massa. Ora se ne sta sdraiata su un fianco sopra al fondale di sabbia, con il suo carico chiaro di “tout-venant”, il pietrame di scarto della lavorazione del marmo che, come fosse stata un vecchio treno merci, da tempo trasportava dal porto di Marina di Carrara a Genova, dove il materiale serviva per la costruzione della diga foranea.
I rischi per il turismo
"Chissà quanto ci vorrà per toglierla da lì”, si chiede Gianni, prima di allontanarsi dalla grande area interdetta causa lavori. La domanda è molto pertinente e al momento una risposta precisa non ce l’hanno né il Comune, né la Capitaneria di porto. Sarà necessario tanto tempo per rimuovere la piccola Concordia nel mare della Apuane, questo è certo. La prossima, così, sarà un’estate di sdraio con vista sul disastro, in questa località di vacanzieri abituali, soprattutto del Nord. La Versilia è a due passi, ma lo stile dell’accoglienza qui è diverso, meno modaiolo, forse pure meno elegante e comunque più economico. “Abbiamo tanti clienti fissi, che vengono da noi da anni”, dice Manuela Tolaini, titolare col marito del Bagno Nettuno, stabilimento da 150 ombrelloni che appartiene alla stessa famiglia dal 1946. “L’altro giorno è passata una signora di Brescia e si è messa a piangere: “il mio pontile”, ha detto. Disdette? Qualcuna è arrivata, ma i posti sono stati subito prenotati da altri clienti, anche se ormai è chiaro che resterà tutta l’estate”.
Il turismo del disastro
Il Nettuno è un punto privilegiato per osservare il relitto, la mattina del 29 gennaio la sua spiaggia è stata scelta dalle tv per fare le riprese della Guang Rong, che da allora non si è praticamente mossa. Ma è anche il luogo di passaggio dei curiosi, che soprattutto nei weekend entrano a decine nella spiaggia per scattare foto e selfie. Anche a Marina di Massa si è visto un po’ di turismo del disastro. “Eh sì, abbiamo deciso di aprire già adesso perché le persone magari passano per un caffè, per chiedere informazioni – dice ancora Manuela Tolaini – Certo, se ci fossero stati morti, come al Giglio, avremmo agito diversamente, restavamo chiusi. Ma per fortuna non si è fatto male nessuno”. Tutto l’equipaggio, 12 persone, nella notte del 28 gennaio è stato messo in salvo. La procura ha aperto subito un’inchiesta e per ora l’unico indagato, per naufragio colposo, è il comandante del cargo battente bandiera cipriota, Milan Durisic, montenegrino di 42 anni.
Nessun danno ambientale
“Nella notte del naufragio si sentiva puzzo di carburante fortissimo, ci siamo tutti preoccupati, temevamo un disastro ambientale”, racconta fuori dal bar Tirreno Luciano, mentre anche i suoi occhi sono attratti dalla sagoma della nave. Si trattava soltanto dell’acqua di sentina, che non ha provocato problemi. In quasi tre mesi, intanto, i serbatoi sono stati svuotati e sono state messe catene per tenere ferma l’imbarcazione. “No, non c’è stato inquinamento – assicura il sindaco Francesco Persiani (centrodestra) – È anche venuto il sottosegretario all’Ambiente, Claudio Barbaro, a dirlo. Ora il tema è la balneabilitàQ. E qui entrano in gioco i titolari degli stabilimenti, che hanno avuto nei giorni scorsi un incontro con Comune e Capitaneria. I più vicini alla nave, Nettuno a parte, sono un altro bagno, il Tirreno, e la spiaggia libera attaccata al pontile. “Bisogna evitare che qualcuno si avvicini troppo all’imbarcazione o al pontile – dice sempre Manuela Tolaini – Abbiamo chiesto che vengano messe delle boe, illuminate di notte, intorno al relitto e alla struttura. E ci vuole la vigilanza 24 ore su 24”. Il sindaco spiega che negli stabilimenti meno vicini il divieto di balneazione potrebbe essere messo oltre le barriere soffolte, al largo. Tutto in attesa di portare via la nave. “La devono rimuovere l’armatore e il proprietario – dice il comandante della Capitaneria, Tommaso Pisino – Non hanno ancora presentato il piano di rimozione, che valuteremo anche dal punto di vista ambientale. Ora però la nave è messa sotto sequestro dalla procura”.
I baci sul pontile
Poi ci sarà da pensare al pontile, amato da massesi e turisti, luogo di passeggiate e appuntamenti estivi. Il cargo lo ha danneggiato severamente. Va risistemato “il nostro luogo iconico”, come lo chiama il sindaco. Marina, che ferma un attimo la bici, è più romantica: “Gli voglio bene, è il posto dove ho dato il primo bacio”.