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 2025  aprile 15 Martedì calendario

Quanto è difficile produrre smartphone negli Stati Uniti? Il caso del Liberty Phone

Nell’attuale scenario di crescente tensione geopolitica e dibattito sulla sicurezza tecnologica, il piano dell’amministrazione Trump di riallocare la produzione high-tech negli Stati Uniti si scontra con la complessità delle catene di approvvigionamento globali. Il sogno di Donald Trump di riportare la produzione tecnologica avanzata negli Stati Uniti rappresenta, secondo numerosi analisti, una sfida titanica. Come ha recentemente osservato il New York Times, le catene di approvvigionamento sono state costruite per decenni seguendo la logica dell’efficienza economica, non della sicurezza nazionale, rendendo il processo di rilocalizzazione estremamente complesso e costoso. In questo contesto si inserisce l’esperienza di Purism, un’azienda che dal 2014 ha intrapreso un lungo percorso per produrre tecnologia avanzata sul suolo americano, dimostrando sia le possibilità che i limiti di questo approccio. Il risultato di questa visione è il Liberty Phone di Purism, uno dei pochissimi smartphone che può legittimamente fregiarsi del titolo Made in USA, secondo i criteri della Federal Trade Commission (FTC).
Il progetto Purism: storia e filosofia
Fondata nel 2014, Purism ha stabilito fin dall’inizio un piano decennale per realizzare dispositivi elettronici con una filiera controllata e trasparente, puntando su sicurezza e privacy. «Una delle nostre priorità è stata la produzione negli Stati Uniti per molte ragioni: sicurezza della catena di approvvigionamento, possibilità di gestire tutti i componenti, piena trasparenza, fino al rilascio dei nostri schemi tecnici», ha spiegato il fondatore Todd Weaver in una recente intervista a 404 Media. Il percorso è stato graduale: l’azienda ha iniziato con i laptop per poi passare agli smartphone. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Purism non si limita all’assemblaggio finale: parte da una scheda madre e aggiunge tutti i componenti e circuiti integrati, costruendo l’intero processo di produzione elettronica e acquistando i componenti da aziende presenti in USA tranne per pochissimi componenti, come il modem e lo chassis.
La sfida produttiva: dal know-how cinese alla produzione USA
La storia del Liberty Phone è emblematica delle difficoltà che attendono qualsiasi progetto di rilocalizzazione industriale nel settore tech. Nonostante l’obiettivo finale fosse la produzione americana, Purism ha dovuto inizialmente appoggiarsi all’expertise cinese. Dopo la campagna di crowdfunding del Librem 5, telefono in catalogo prodotto in Cina, i suoi ingegneri elettronici hanno collaborato con fornitori e produttori cinesi dal 2017 al 2020, assorbendo conoscenze strategiche. Solo dopo aver assimilato il know-how, l’azienda è riuscita a trasferire la produzione negli Stati Uniti, avviando una linea di montaggio SMT (Surface Mount Technology) per il Liberty. In pratica tre anni per riuscire a replicare negli Stati Uniti un prodotto inizialmente realizzato in Cina. Nella tabella che indica l’origine dei componenti pubblicata sul sito del Liberty Phone la provenienza dei componenti è per la maggior parte dagli Stati Uniti, ma c’è anche il modulo modem M2 che dichiara la sua origine in Cina.
Approcci divergenti: automazione vs manodopera
Le differenze tra i modelli produttivi cinese e americano emergono chiaramente nell’esperienza di Purism. «La Cina può risolvere i problemi mettendoci le persone. Gli Stati Uniti e i paesi occidentali possono risolvere i problemi mettendoci l’ingegneria», puntualizza Weaver. «Se dovessi andare a Dongguan, in Cina, e vedessi una linea di produzione, troveresti file e file di persone che prendono un tablet o un telefono che passa davanti a loro e fanno controllo qualità toccando lo schermo con guanti antistatici: lo aprono, lo chiudono, fanno pinch-to-zoom, e se qualcosa non funziona, il pezzo torna indietro». Purism ha scelto una strada opposta utilizzando l’ingegneria attraverso un processo automatico: modificare il firmware per ricevere o simulare un evento touchscreen, come un gesto di pinch-to-zoom e scattare una foto confrontandola con un’altra per vedere se combaciano, senza bisogno di personale umano.