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 2025  aprile 15 Martedì calendario

Nada Cella, al processo parla il fratello di Annalucia Cecere: «Sì, può essere stata mia sorella a ucciderla. Se la contraddici diventa di una cattiveria impressionante»

«Mia sorella può averla uccisa. Se viene contraddetta diventa di una cattiveria impressionante. Se Nada quel giorno le ha risposto male magari ha cominciato a colpirla».
A puntare il dito contro Annalucia Cecere,  imputata per la morte di Nada Cella, questa volta è il fratello Maurizio che oggi ha deposto nel processo che si celebra in Corte d’Assise a Genova.
Cecere è accusata per la morte di Nada Cella, la segretaria di 25 anni uccisa il 6 maggio del 1996 nello studio del commercialista per il quale lavorava nel centro di Chiavari.
Davanti ai magistrati il fratello ha raccontato che, dopo avere saputo delle indagini a suo carico, la sorella aveva iniziato a farle domande. «Mi dice che non era stata lei a ucciderla – ha detto-. Lei non voleva parlare al telefono, mi diceva che poteva essere intercettata e mi chiamava con telefoni non suoi. È sempre stata una donna irascibile, che si arrabbiava se la contraddicevi. Se ha sbagliato deve pagare».
Ma a fine udienza, parlando con i cronisti, è stato ancora più esplicito: «Penso che possa essere stata lei ad uccidere quella ragazza. Ma è solo una mia sensazione». E si è poi dilungato sul carattere della sorella descritta come  «violenta e pericolosa». E ancora: «Se la contraddici, se le vai contro, mia  diventa di una cattiveria impressionante».
 
Durante l’udienza di oggi è stato ascoltato anche Adelmo Roda, ex fidanzato di Annalucia Cecere. Anche in questo caso ha parlato di una donna «possessiva e gelosa». «Quando si arrabbiava – ha detto- era impossibile farla ragionare. Era esplosiva a livello di parole». Secondo il teste, la donna aveva staccato alcuni bottoni da una sua giacca che usava per andare a pescare. E proprio uno quei bottoni, secondo l’accusa, sarebbe compatibile con quello trovato sotto il corpo di Nada. «Li aveva tolti perché le piacevano – ha spiegato –. Lo fece nell’estate del ’95, quando ormai la nostra storia era già finita».
Annalucia Cecere, 56 anni, secondo l’ipotesi dell’accusa avrebbe  ucciso Nada Cella perché la riteneva una rivale in amore. L’ex insegnante all’epoca 28enne si era infatti invaghita del commercialista Marco Soracco, che aveva conosciuto in una scuola di ballo e per questo l’avrebbe affrontata ed nello studio di Chiavari. Il caso era stato riaperto a 28 anni dal delitto grazie al lavoro della criminologa Antonella Delfino Pesce, consulente della famiglia Cella, portando ad rinvio a giudizio per omicidio di Annalucia Cecere che intanto si era rifatta una in piccola località vicino Cuneo.
Nel processo in corso a Genova è imputato anche Marco Soracco, commercialista dello studio in cui lavorava Cella che deve rispondere di favoreggiamento e falsa testimonianza.