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 2025  aprile 15 Martedì calendario

Avvoltoi, animali della morte o spazzini della natura? La loro estinzione in India causò mezzo milione di morti

Sono spesso considerate creature malvagie e associate alla morte, nutrendosi – come iene e sciacalli – di carcasse in putrefazione. Ma gli avvoltoi ricoprono un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema. Per rivalutare la loro immagine, influenzata anche dalla rappresentazione che ne è stata data da Hollywood negli anni, è stata lanciata un’iniziativa per salvarli dal bracconaggio, quantificando anche il loro valore economico. Un rapporto dell’organizzazione per la conservazione BirdLife International ha stimato che  la specie vale 1,8 miliardi di dollari all’anno (circa 1,5 miliardi di euro) per alcuni ecosistemi dell’Africa meridionale come quelli di Botswana, Zambia e Zimbabwe, le aree dove si è concentrata la ricerca.
«Non sono all’altezza della bellezza. E non sono popolari, ma sappiamo che sono molto utili», ha spiegato Fadzai Matsvimbo, coordinatore per la prevenzione dell’estinzione presso BirdLife International, ricordando anche come questa specie sia fondamentale per ripulire gli ecosistemi e ridurre il rischio di diffusione di malattie e la presenza di parassiti come ratti e cani selvatici.
SENTINELLE DELL’AMBIENTE
Lo studio giunge in un momento in cui sei delle 11 specie presenti nel continente sono classificate come in pericolo o in grave pericolo di estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Gli avvoltoi hanno anche una forte acidità di stomaco, non subiscono intossicazioni alimentari e sono in grado di neutralizzare antrace e altri batteri e tossine presenti nelle carcasse. Matsvimbo ha affermato che in Africa gli avvoltoi sono stati usati anche come «sentinelle» dai forestali perché capaci di avvistare un animale morto, guidare nei punti in cui i bracconieri potevano essere attivi e anche aiutare gli agricoltori a localizzare il bestiame morto o ferito. «Il nostro lavoro – sottolinea Matsvimbo – è cambiare la mentalità delle persone. Far sì che si possano vedere e pensare: “Wow, sono incredibili"», ricordando il loro ruolo come «miglior servizio igienico-sanitario» offerto dalla natura.
I RISCHI PER LA SPECIE
Sempre più spesso gli avvoltoi vengono uccisi anche per motivi religiosi, secondo Kerri Wolter, ceo del centro di riabilitazione Vulpro in Sudafrica, che cura esemplari malati e feriti per poi rilasciarli in natura. Poiché hanno una vista straordinaria, «alcuni li considerano chiaroveggenti e capaci di prevedere la morte», ha evidenziato Wolter, sottolineando come parti del loro corpo, come la testa, siano utilizzate per la realizzazione di medicinali ritenuti miracolosi o come amuleti per predire il futuro.
IL PRECEDENTE DELL’INDIA
Una ricerca delle Università di Warwick (Regno Unito) e Chicago del 2024. ricorda il caso della drastica perdita di avvoltoi in India, stimando che la scomparsa degli esemplari abbia causato oltre 500mila morti umane nel Paese tra il 2000 e il 2005. Come spiegato in un articolo su Science, nel 1994 gli agricoltori hanno iniziato a somministrare un antinfiammatorio, il diclofenac, a bovini e altri animali da allevamento, rivelatosi velenoso per gli avvoltoi perché nocivo per i loro reni. L’India ne ha vietato la somministrazione agli animali nel 2006, ma nell’arco di 10 anni gli avvoltoi nel Paese erano (ormai) passati da 50 milioni a poco più di 2mila esemplari. Alla fine del 2005 si scoprì che nelle aree che avevano ospitato un numero elevato di avvoltoi e che ora erano prive i decessi umani erano aumentati in media del 4,7% (circa 104.386 morti in più ogni anno).