Corriere della Sera, 15 aprile 2025
L’aeroporto più caro del mondo? È Istanbul. Lasagne a 24,5 euro, birra a 17,5 (e per un Big Mac ne servono 21,5): il racconto
La fame è così tanta, nel tardo pomeriggio, che appena superiamo i due controlli di sicurezza e la dogana, ci fiondiamo nel primo punto che vende da mangiare che incrociamo all’aeroporto di Istanbul, una megacostruzione moderna, gigante e frequentata ogni giorno da circa 220 mila persone in partenza e in arrivo. L’occhio cade su un pezzo di lasagna che appare più un pezzo di mattone con una spolverata di quello che sembra formaggio grattugiato e una foglia di pseudo-basilico. Ma c’è poco da fare gli schizzinosi. La fame è fame.
Il tour nello scalo
La «Lasanga Bolonese» – e stiamo riportando la scritta sull’etichetta —, dal peso di circa 90 grammi, viene venduta alla modica cifra di 24,5 euro. Proprio così: ventiquattro euro e mezzo. E non c’è il rischio di aver convertito male dalle lire turche perché il prezzo è in euro. E qui la fame viene frenata dall’incredulità e, se vogliamo, pure da un sussulto d’orgoglio patriottico. «Scusi, ma non è che c’è qualche virgola al posto sbagliato?», chiediamo insospettiti alla ragazza al bancone. Lei prima ci guarda come fossimo alieni, poi sorride e taglia corto: «Il prezzo è scritto giusto, sono 24,5 euro».
L’aeroporto più caro del mondo? È Istanbul. Lasagne a 24,5 euro e birra a 17: i prezzi assurdi dello scalo turco
I prezzi esposti
Alziamo lo sguardo, alla ricerca di alternative a cifre più digeribili, e ci soffermiamo su dei croissant salati. Quello con i pezzi di pollo costa 14,5 euro, che salgono a 16,5 per quello con il tonno, fino a 17,5 per quello con il salmone affumicato. Tra le insalate si va dai 13 euro per la classica ai 16,5 euro col tonno e 17,5 euro per quella col «pollo italiano». E più a destra, nel reparto dolciumi, ecco la brioche (vuota) a 6,5 euro, quella con le mandorle sopra a 10 euro. Tra le bevande c’ispira «Efes», la tipica birra turca. Il giorno prima, la bottiglia da mezzo litro in piazza Taksim – nel cuore dell’ex Costantinopoli – l’abbiamo pagata circa 1,5 euro. All’«Avenue Cafe & Bistro» dello scalo turco costa 17,5. Il rincaro, calcolatrice alla mano, è del 1.067%.
«Sfruttano le esigenze»
Benvenuti nell’aeroporto più caro del mondo. Dove tutto, pure nei «rifugi sicuri» – cioè i fast food – viene venduto a cifre stratosferiche. E senza una ragione apparente se non quella, come dice Dalia – libanese 35enne, tre figli, in attesa del volo per la Germania – di «sfruttare i bisogni fisiologici delle persone visto che qualcosa bisognerà pure mangiarla o berla». «È una presa per il c...!», lamenta Francesco, di rientro in Italia con la fidanzata. «In questo scalo ci sono prezzi che fanno rizzare i capelli che spero presto di riavere», ironizza un altro – che non vuole dare il nome – con in testa i segni dei bulbi appena innestati.
L’aeroporto più caro del mondo? È Istanbul. Lasagne a 24,5 euro e birra a 17: i prezzi assurdi dello scalo turco
Valori simili ovunque
La sensazione, girando per circa tre ore nell’aeroporto nuovo di zecca – dal design gradevole ma lontanissimo dalla città – è che ovunque si vada ci sia un «cartello» per tenere i prezzi dei prodotti alimentari alle stelle. Abbandoniamo così l’«Avenue Cafe & Bistro» – accompagnati dallo sguardo polemico della ragazza al bancone – e ci fermiamo al «Deli aux pain» dove ci attira la bottiglia d’acqua Fiji. Costo: 9 euro. Scappiamo subito. Per sostare in un altro punto vendita che ha i prezzi in valuta locale. Un panino col salame a 590 lire turche (14,2 euro), una brioches vuota a 7 euro.
L’insalata a 11 euro
Proviamo a indagare altrove. E in un bancone di bevande si ergono bottigliette d’acqua S. Pellegrino da un quarto di litro a 6 euro. Anche qui la fuga è l’unica reazione comprensibile. E incrociamo un negozietto che vende vaschette preconfezionate di sushi. Tipo la «Top hits», 14 pezzetti in tutto, a 35 euro. Ci allontaniamo dall’area dello shopping e ci avviciniamo ai gate d’imbarco. Ci appaiono in lontananza dei croissant salati. Quello con l’Emmenthal e un po’ di pomodoro viene venduto a 640 lire turche, 15,4 euro. Da un’altra parte per l’insalata mediterranea – da 210 grammi – servono 465 lire turche (11,2 euro).
L’aeroporto più caro del mondo? È Istanbul. Lasagne a 24,5 euro e birra a 17: i prezzi assurdi dello scalo turco
Nei fast food
Inizia a sembrare una presa in giro pure a noi. Così saliamo al piano di sopra, dove ci sono i fast food, compresi quelli internazionali e che ovunque, nel mondo, sono i luoghi col cibo più conveniente. Ma non c’è scampo nemmeno qui. Da «Popeyes» quattro ali di pollo fritto con Coca-Cola e patatine fritte costano 17,5 euro. Da McDonald’s per un «Big Mac» servono 21,5 euro (890 lire turche), oltre il doppio dei valori medi nel resto del mondo occidentale (8,60 euro). Il menu «Doppio quarter pounder» che negli Usa si trova a 13 euro allo scalo di Istanbul viene proposto a 25,3 euro. Da Burger King per un Whopper servono 22 euro, contro i 9 euro chiesti di solito nei Paesi occidentali.
Caffetteria da record
Proviamo a vedere i prezzi da Starbucks, nota catena statunitense di caffetteria. E anche qui i valori sono in media il doppio rispetto a quanto si trova, per esempio, in Italia. Se un espresso ristretto (doppio) viene venduto a 2,3 euro a Istanbul bisogna sborsare 5,5 euro. Per un ristretto bianco si balza dai 5,2 euro dei mercati occidentali agli 8 euro dello scalo turco. All’improvviso ci viene in testa l’idea di acquistare l’ingresso in lounge. Di solito in Europa l’accesso nelle salette vip costa tra i 35 e i 55 euro. E a Istanbul? Con l’iGA Pass quotidiano servono 110 euro, tasse incluse. Un record, pure questo.
L’aeroporto più caro del mondo? È Istanbul. Lasagne a 24,5 euro e birra a 17: i prezzi assurdi dello scalo turco
L’inchiesta in autunno
Il «caro vita» nello scalo turco era emerso in un’inchiesta del Corriere dell’autunno passato. La società di gestione – iGA Havalimanı İşletmesi – non aveva gradito più di tanto l’articolo. Tanto che nei giorni successivi, spiegano alcune fonti, ha avviato una sorta di indagine interna per capire chi avesse parlato con questo giornale, rivelando soprattutto gli alti costi di concessione (un miliardo di euro).
La reazione della società
«Adottiamo un approccio olistico alle nostre offerte di cibo e bevande, cercando di fornire una gamma diversificata di concetti e prodotti sotto lo stesso tetto per soddisfare vari livelli di budget», replica via e-mail una portavoce della società di gestione dello scalo di Istanbul. «La nostra politica dei prezzi è principalmente guidata da confronti con i principali aeroporti globali, tra cui Amsterdam, Copenaghen, Dubai, Francoforte e Londra Heathrow», aggiunge. E precisa che «secondo le nostre analisi, l’aeroporto di Istanbul si comporta significativamente meglio rispetto a molti dei suoi omologhi internazionali nel fornire le necessità di base dei passeggeri». In realtà, dati alla mano, non è proprio così.
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«Da noi qualità premium»
Quindi una mezza ammissione. «Sebbene alcuni prodotti possano avere prezzi più alti in base alla categoria – si legge nella lunga risposta —, tale prezzo riflette non solo il costo del prodotto stesso, ma anche l’esperienza complessiva e il valore aggiunto che lo accompagna». Quale sia l’«esperienza complessiva» o il «valore aggiunto che lo accompagna» non si sa. «I nostri distributori automatici offrono panini a 3 euro», ricorda la portavoce. «L’aeroporto offre un’ampia varietà di opzioni culinarie pensate per soddisfare i gusti e le preferenze dei nostri viaggiatori internazionali. Il prezzo di questi articoli riflette sia la qualità premium degli ingredienti che i costi associati all’approvvigionamento e alla preparazione».
Il bilancio non pubblico
«Tutti i prezzi sono soggetti all’approvazione dell’aeroporto di Istanbul», chiarisce ancora. Aggiungendo che vengono effettuati «controlli regolari con una frequenza di almeno quattro volte al mese». Quando il Corriere chiede i dati finanziari della società di gestione, con un focus sui ricavi nel 2024 derivanti dal «food and beverage», la società risponde però che «a causa della riservatezza commerciale, non siamo in grado di divulgarli». Quanto al nostro tour, alla fine – esausti e sempre più affamati – ci dichiariamo sconfitti. Ritorniamo al McDonald’s dove acquistiamo 4 ali di pollo, una Coca-Cola e delle patatine. Prezzo? 610 lire turche, 14,7 euro.