ilfattoquotidiano.it, 15 aprile 2025
Nordio e il caso della sigaretta (vietata?) durante l’incontro con l’Anm. Lo staff: “Era spenta, è come Humphrey Bogart”
Le due ore di discussione sui problemi della giustizia non hanno partorito nessuna novità sostanziale. E così, dell’incontro al ministero tra Carlo Nordio e l’Associazione nazionale magistrati, fa notizia soprattutto un piccolo caso: una foto diffusa dallo staff del Guardasigilli lo mostra fumare avidamente una sigaretta mentre ascolta il presidente Cesare Parodi, in barba (apparentemente) alla legge che dal lontano 2003 vieta di fumare negli uffici pubblici. Una leggerezza che lo staff minimizza: “È come Humphrey Bogart: sigaretta spenta ma iconica”, scherza il suo portavoce. E al fatto.it afferma: “L’incontro è avvenuto nel suo studio privato, dove il divieto non si applica”.
Al di là del tabagismo, tra il ministro e i rappresentanti delle toghe si conferma la difficoltà di dialogo. Dal confronto resta fuori, come concordato in anticipo, la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. La giunta dell’Anm porta in via Arenula il documento con le “proposte per una giustizia più efficiente“già sottoposte alla premier Giorgia Meloni durante l’incontro del 5 marzo scorso: dalle assunzioni al processo telematico, dalle depenalizzazioni all’edilizia giudiziaria. Ma se sul riconoscimento dei problemi c’è sintonia, sul modo per affrontarli le distanze sono enormi. L’esempio più significativo riguarda il sovraffollamento delle carceri: i magistrati – per bocca del vicesegretario Stefano Celli – hanno chiesto un intervento straordinario per migliorare “nell’immediato o a breve termine” le condizioni di vita dei detenuti, di fatto un indulto o un meccanismo di liberazione anticipata per buona condotta (ipotizzato già lo scorso anno). Ma Nordio ha opposto un rifiuto secco: con gli sconti di pena, ha detto, lo Stato darebbe un messaggio “diseducativo“. E ha proposto soluzioni a lungo termine: interventi per limitare ancora la custodia cautelare (già azzoppata con l’”avviso di arresto” introdotto per legge), per far scontare ai tossicodipendenti la pena in comunità e agli extracomunitari nei loro Paesi di origine.
“Abbiamo proposto come ipotesi di lavoro sul problema del sovraffollamento carcerario delle soluzioni in qualche modo temporanee e lineari su cui evidentemente non c’è una volontà del governo”, riassume alla fine dell’incontro il presidente dell’Anm Parodi. “Una delle risposte che il governo intende dare al problema del sovraffollamento riguarda una revisione dei principi sulla carcerazione preventiva. L’Anm su questo non ha ancora maturato un parere”, conferma. Parodi, esponente della corrente conservatrice di Magistratuira indipendente – la più dialogante con il governo – evidenzia il bicchiere mezzo pieno: “Il clima era sicuramente collaborativo, non so dire in che misura questo si tradurrà in concreto in provvedimenti, però mi pare che su tantissimi aspetti ci sia stato un notevole interesse e una volontà di capire ed eventualmente di provvedere. Non c’è accordo su tutto, ma su molti temi direi che c’è stata sintonia. Abbiamo lasciato, su molte materie, degli appunti con suggerimenti dell’Anm in uno spirito di piena collaborazione; il ministro ha ascoltato con estrema attenzione e adesso speriamo che su molti punti ci possa essere una risposta concreta”, afferma.