repubblica.it, 15 aprile 2025
Oro, cherubini e specchi: così Trump sta trasformando la Casa Bianca in un country club
Lavori in corso alla Casa Bianca: l’attuale inquilino Donald Trump vuole far Grande di Nuovo pure la storica residenza dei presidenti. Che poi tradotto significa più simile ai suoi gusti e alla sua personalità. Ovvero più dorata e più kitsch, somigliante, per quanto possibile al country club di Mar-a-Lago. Già. Fra una guerra commerciale e i drastici tagli di personale alle principali agenzie ministeriali, il presidente degli Stati Uniti con un passato da palazzinaro, trova pure il tempo di buttar giù ì progetti e risistemare mobili.
Sì, perché prima ha riarrangiato i quadri della West Wing, l’ala degli uffici. Relegando, fra l’altro, un ritratto del predecessore Barack Obama a più angusta parete. Sostituendolo con uno ispirato alla celebre foto scattata subito dopo l’attentato di Butler dell’estate scorsa, quella dove alza il pungo e ha l’orecchio sanguinante.
Non pago, ha aggiunto oro a profusione al sobrio Studio Ovale. Arredando il camino con coppe portate da casa, le porte con fregi decorati da cherubini e fogliame dorati, le pareti con specchi dalle cornici rococò. Mentre sulla scrivania svetta un’aquila – simbolo del potere americano. D’oro anche quella, affiancata da un trofeo della Coppa del Mondo di calcio. Sui muri curvi, ha pure raddoppiato i ritratti: Biden ne aveva cinque, Trump ne ha voluti ben venti, compreso un Ronald Reagan alle sue spalle. Mentre lavora per far spazio pure al suo predecessore preferito: il ritratto del 25esimo presidente William McKinley, alla Casa Bianca fra 1897 e 1901: fonte d’ispirazione perché fu il primo a imporre dazi. C’è poi una copia antica della Dichiarazione d’indipendenza, ma nessuno la nota, sempre coperta da una tenda di velluto blu per proteggerla dal sole che illumina abbondantemente la sala.
Presto i lavori si sposteranno però all’esterno. Ha infatti annunciato di voler pavimentare quel Giardino delle Rose creato nel 1912 da Ellen, moglie del presidente Woodrow Wilson, e caro anche a Jackie Kennedy. Proprio davanti al suo ufficio, è lo scenografico luogo dove preferisce tenere le conferenze stampa. Peccato, ha detto, che «il prato è troppo spesso umido».
Mentre «le signore coi tacchi alti affondano nel terreno». Via dunque l’erbetta: per far posto a una spianata in Limestone, la pietra calcare attualmente usata per segnarne i bordi. Alle rose bianche, aggiungerà poi tulipani, rossi come il colore caro ai repubblicani. Per restare, letteralmente in campo, la settimana scorsa ha perfino preso la decisione mai osata dai predecessori. Facendo tagliare la magnolia di Andrew Jackson, albero vecchio di 200 anni almeno, malato e tenuto con corde: «Tutto ha una fine, quell’albero era in condizioni terribili, stava diventando un pericolo» si è giustificato scrivendone (sì, pure di questo!) sul suo social Truth.
Ma certo l’azione più coraggiosa sarà ampliare la residenza con la costruzione di una sala da ballo – dove tenere pure i banchetti di stato – accessibile dall’East Wing. Un intero nuovo edificio su due piani da far erigere a sue spese a sue spese: ben 100 milioni di dollari. «So costruire belle sale da ballo», ha insistito. L’interno sarà ispirato alla Grand Ballroom di Mar-a-Lago che già echeggiava l’opulenza della reggia di Versailles: «In quella di Washington ci sarà molto più oro», promette. Per fortuna, l’esterno è allo studio degli architetti e conservatori della Casa Bianca: impegnati ad armonizzarlo il più possibile con lo stile georgiano del resto dell’edificio.