lastampa.it, 15 aprile 2025
Il Prosecco più caro del mondo: costa 250 euro. “Più pregiato di uno champagne”
Un Prosecco da 250 euro. Il più prezioso e caro della storia. Porta la firma di Sandro Bottega questa bottiglia unica, destinata a sedurre e far discutere, di certo a stupire con il suo altissimo posizionamento in un mercato, quello del Prosecco, che vanta di avere un vasto pubblico nel mondo, anche per il suo ottimo prezzo. Ma in questo caso si tratta di un prodotto molto speciale: in primis per la selezione delle uve, raccolte a mano che provengono da una riva, su una collina che va dai 450 ai 540 metri; poi per la vinificazione – una sorta di metodo Martinotti lungo rivisitato dagli enologi della cantina di Bibano di Godega di Sant’Urbano, Treviso – che punta sulla longevità del Prosecco: 12 mesi di fermentazione e 4-5 anni di affinamento in vetro. In terzo luogo, il packaging: sulla bottiglia gold più pregiata vengono applicati a mano 5000 cristalli autentici italiani.
Un progetto nato 12 anni fa
“Questa bottiglia nasce da un’esperienza di ricerca che abbiamo fatto negli anni, iniziata almeno 12 anni fa – racconta a ilGusto il produttore che ha presentato il progetto a Vinitaly – Già nel 2013 abbiamo cominciato a mettere da parte bottiglie di Prosecco per studiarne la longevità. E così ci siamo accorti che, dopo 10 anni, quegli sparkling erano ancora in perfetto stato di conservazione. Anzi, i profumi si erano evoluti non verso l’ossidazione, ma in direzione di sentori di frutta matura e frutta secca. Abbiamo così scoperto che il Prosecco può invecchiare, molto molto bene, diventando un prodotto prezioso. A quel punto, abbiamo rafforzato questo concetto, proponendo agli appassionati non soltanto il prodotto tradizionale con tre mesi di fermentazione, ma anche quello più evoluto, frutto di 12 mesi di fermentazione, presentando anche le annate più vecchie, non solo l’ultima”.
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Oggi, quindi, Bottega si presenta sul mercato con annate quali 2013, 2017, 2021, 2022, 2023 e 2024. “In questo modo, diamo la possibilità al consumatore di provare abbinamenti inediti e al ristoratore di fare offrire nuove esperienze, anche a diversi livelli di prezzo. E, vista la specialità del prodotto, abbiamo pensato che dovesse essere presentato in maniera originale: per questo abbiamo pensato di utilizzare i cristalli sulla bottiglia”.
Dorato dai riflessi ambrati, al naso note di camomilla in infusione, pesca matura e mandorle, il Prosecco Stardust Gold in bocca si presenta in perfetto equilibrio fra corpo e freschezza, con una lunga persistenza.
Nasce sulle rive nel Trevigiano
Ma il Prosecco da 250 euro a che denominazione appartiene? “È un Docg che viene dalle rive, ma è declassato perché la legge non ci dà il permesso di chiamare Docg un Prosecco superiore che sia custodito in una bottiglia non tradizionale”, spiega il produttore. Una piccola, preziosa microproduzione di 3mila bottiglia destinata ai mercati esteri quali Usa, Giappone, Canada, Svizzera e Lussemburgo, ma anche al mercato domestico.
Sul fronte del packaging, due le bottiglie prodotte: la prima nera con 3000 cristalli tono su tono che “si ispira al mondo della notte al massimo della sua eleganza”, come spiega il viticoltore. L’altra nella veste gold, marchio di fabbrica della maison, con i 5mila cristalli dorati, “più legata al mondo delle feste, della celebrazione, dei regali e del Natale. E dopo aver degustato il vino, la bottiglia diventa un prezioso soprammobile, magari da posizionare sotto un faretto che faccia risaltare i cristalli”.
Bottega rivendica la paternità del metodo di vinificazione: “Non siamo di fronte a un metodo classico ma uno charmat lungo personalizzato: questi sono esperimenti per trovare un metodo che sia solo nostro – dice l’imprenditore – assolutamente unico, possiamo chiamarlo metodo Bottega, perché è frutto dei nostri studi”.
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Prezzo alto, prodotto premium
E a chi contesta che 250 euro siano troppi per un Prosecco, Bottega risponde così: “Oggi, se facciamo analisi approfondite (e noi abbiamo fatto uno studio al riguardo), la gestione delle uve destinate al Prosecco costa circa il triplo rispetto alle uve dello Champagne, per fare un paragone con le bolle francesi. Il costo di vinificazione con il metodo Martinotti è molto alto rispetto al metodo champenoise. In più, va considerato che questi prodotti hanno lunghi invecchiamenti che hanno poco da invidiare a un Cristal o un Dom Pérignon. Senza contare che il Prosecco è molto più buono!”, aggiunge Bottega col sorriso. “Va considerato anche il costo dei 5mila cristalli attaccati a mano – chiosa l’imprenditore – E voglio precisare che il 98% dei materiali che usiamo nella nostra azienda è fatto in Italia”.