ilsole24ore.com, 15 aprile 2025
Viaggio nelle disuguaglianze della sanità: per curare gli over 80 spenderemo un euro su tre
La carta della prevenzione
Dopo una lunga inerzia nel 2023 è stata varata la riforma della non autosufficienza (Legge delega 33/2023). Ma un processo di attuazione a singhiozzo non è stato finora in grado di garantire una reale accessibilità e servizi adeguati. Il carico della Long Term Care resta affidato soprattutto alle famiglie.
Per liberare risorse e contenere la domanda di assistenza per la non autosufficienza e più in generale per la popolazione anziana, bisogna cambiare il focus delle politiche sanitarie del Paese. Per Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto farmacologico Mario Negri, la rivoluzione necessaria è principalmente una: il sistema va centrato sulla prevenzione per allungare la speranza di vita in buona salute. «Perché se noi mettiamo in atto le condizioni che ci impediscono o che riducono la possibilità di avere malattie – sottolinea Garattini – evidentemente aumentiamo la nostra speranza di vita sana».
Azioni decise sugli stili di vita
Quindi dieta mediterranea ma senza vino - «perché il vino contiene alcol e l’alcol è cancerogeno e correlato ad almeno 27 malattie», sottolinea Garattini – poi mangiare meno e fare attività fisica. E stop al fumo. «Lo Stato non ha il coraggio – continua Garattini – di aumentare il prezzo delle sigarette. In Italia un pacchetto costa 4-5 euro, in Francia 12 euro, in Inghilterra 10 sterline, in Australia costa l’equivalente di 20 euro. Se non si fanno delle azioni decise è difficile che cambi qualcosa».
Ageismo e solitudine dell’anziano nuove piaghe
E poi per invecchiare in buona salute, aggiunge il presidente dell’Istituto Mario Negri, «bisogna mantenere tanti rapporti e quanto più facciamo lavorare il nostro cervello tanto più avremo un cervello che funziona e che continuerà a funzionare. Quando andiamo in pensione, per esempio, dobbiamo evitare di ritirarci, dobbiamo continuare ad avere rapporti con gli altri, avere interessi».
L’esatto opposto di quanto invece fotografa l’Osservatorio Salute, Benessere e Resilienza della Fondazione Ries nel suo ultimo Rapporto che – nel contesto di un Indice di vicinanza della salute arrivato nel 2023 al minimo storico con un punteggio di 84 – ipotizza per le voci “Isolamento” e “Coesione sociale” un quadro “new normal” dove l’effetto-rimbalzo post-pandemia si sarebbe ormai esaurito senza una completa ripresa dei valori pre Covid. Il risultato sarebbero “connotati sociali maggiormente disgregati e una propensione a iniziative associazionistiche decisamente ridotta, acuendo uno dei principali problemi che segnano la popolazione generale e quella anziana in particolare”.
La solitudine infatti – avverte l’Associazione italiana di Psicogeriatria (Aip) aumenta il rischio di demenza del 50% e la pre-mortalità del 30%, con impatti paragonabili al tabagismo e all’obesità. In Italia manca ancora un approccio definito, denuncia l’Aip, nonostante sia il Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone. Città sempre meno a misura di anziano, truffe e maltrattamenti, la discriminazione diffuse nota come ageismo. Elementi che aumentano il rischio di depressione: i suicidi degli anziani sono il 37% di quelli totali, sebbene gli anziani rappresentino il 24% della popolazione generale.