Avvenire, 15 aprile 2025
Becciu attacca: «Chat provano macchinazione contro di me»
Il cardinale Angelo Becciu esprime il suo «profondo sconcerto» per la «lettura dei messaggi pubblicati sul quotidiano “Domani”» che riguardano i testi di alcune chat, finora secretate dai magistrati vaticani, e delle quali le difese degli imputati – tra cui quella dello stesso Becciu – avevano invano chiesto la pubblicazione nel corso delle numerose udienze del procedimento, conclusosi poi in primo grado con varie condanne (a cinque anni e sei mesi quella del porporato, che si è sempre dichiarato innocente). «Tali rivelazioni confermano quanto da me denunciato sin dall’inizio – afferma il cardinale in una dichiarazione ai mass media – e che, in gran parte, il processo ha già dimostrato. Solo scelte discutibili adottate dal Tribunale, su sollecitazione dell’Ufficio del Promotore di Giustizia, hanno consentito a queste conversazioni di rimanere segrete». Secondo Becciu, queste chat dimostrerebbero la «macchinazione» ai suoi danni». Un’indagine – dichiara nella nota – costruita a tavolino su falsità, che ha devastato la mia vita e mi ha esposto a una gogna di proporzioni mondiali. Ora, finalmente, spero che il tempo dell’inganno sia giunto al termine». Il cardinale fa esplicito riferimento a uno dei messaggi riportati: «Se scoprono che eravamo tutti d’accordo è finita». «Una frase -commenta Becciu -che, da sola, è più che eloquente». Il testo delle chat rese note dal quotidiano è stato depositato da Rodney Dixon, avvocato di Raffaele Mincione, anch’egli imputato e condannato a cinque anni e sei mesi in primo grado, in una denuncia a un esponente Onu dell’ufficio che vaglia l’indipendenza dei giudici nei processi. La frase citata da Becciu è stata scritta da Francesca Chaouqui a Genoveffa Ciferri, le due donne che sembrano aver influenzato le accuse di monsignor Alberto Perlasca (prima imputato poi teste) contro il cardinale.