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 2025  aprile 14 Lunedì calendario

Zambrotta e le gambe curve: «I chirurghi si chiedono come faccia a camminare. Mi opero, poi dovrò mettere una protesi totale»

Gianluca Zambrotta, oggi 48 anni, è stato uno dei terzini più forti della sua generazione: campione del mondo con l’Italia nel 2006, secondo all’Europeo del 2000, gli scudetti con Juventus e Milan, i due anni al Barcellona e tanto altro. Oggi però chi lo osserva si chiede come tutto ciò sia stato possibile e, soprattutto, come faccia a camminare ancora. L’ex esterno, infatti, soffre di varismo, termine ortopedico che indica le deformità degli arti, nel suo caso le gambe, vistosamente curve: «Durante la mia carriera non ho avuto grandi infortuni. Mi sono operato tre volte ai menischi interni, cose molto semplici rispetto a un crociato o a un legamento. In questo momento non li ho né a sinistra né a destra, quindi col tempo le gambe si sono arcuate e oggi sono un modello da laboratorio per tanti chirurghi», ha raccontato col sorriso ospite di Gianluca Gazzoli e del suo Podcast Bsmt.
«Fra qualche anno dovrò mettere una protesi totale»
Già, i primi a porsi delle domande sono loro: «Mi guardano e mi chiedono come faccio a camminare. Il problema si è accentuato nel tempo, dovuto sia ad una certa esposizione genetica sia al fatto di non avere appunto i menischi interni. E poi forse avrei dovuto metterci mano prima», ammette Zambrotta, che ha comunque deciso di intervenire: «A breve mi opererò a entrambe le ginocchia. Sono andato a farmi vedere da tre o quattro chirurghi importanti a livello nazionale e non si spiegano come possa avere queste ginocchia e come possa riuscire a fare attività fisica come per esempio il padel».
In che cosa consiste l’operazione? A spiegarlo è lo stesso Zambrotta: «Dovrò fare una osteotomia. In pratica mi raddrizzano le gambe tagliandomi delle piccole parte di osso sopra e sotto e inserendomi delle placche per cercare di non mettere già ora una protesi totale, anche se quest’ultima toccherà inserirla fra qualche anno».
«Conte il più scatenato dopo il 5 maggio 2002»
Tanti poi gli aneddoti raccontati da Zambrotta, a partire dal celebre scudetto del 5 maggio 2002 vinto all’ultima giornata ai danni dell’Inter: «Quello più emozionante – lo ha definito – i nerazzurri hanno avuto paura. C’è stata una grandissima festa dopo due anni in cui arrivavamo secondi. Conte era tra i più scatenati». Una grande delusione fu invece la finale di Champions persa l’anno dopo contro il Milan a Manchester: «Abbiamo avuto la sfortuna di non avere Nedved che era una furia in quegli anni, vinse anche il Pallone d’oro. I rigori? Come ha raccontato Lippi nessuno voleva tirare, tutti scappavano». Infine calciopoli e l’addio alla Juve: «Perché non sono sceso in serie B come altri? Non ho mai ricevuto una proposta per farmi rimanere con un contratto a vita, altrimenti l’avrei almeno valutata. Mi dispiace sentirmi dare ancora oggi del traditore o del mercenario».