la Repubblica, 14 aprile 2025
Giorgetti rilancia la global tax “Il Wto non esiste più da tempo”
Lo «scossone» di Donald Trump non si esaurisce nei dazi. Investe «i confini e gli equilibri mondiali». Quando appare sul maxischermo della sala di palazzo Rospigliosi che ospita la scuola di formazione politica della Lega, il suo partito, Giancarlo Giorgetti mette subito le cose in chiaro. Il perimetro della partita – avverte – è molto più ampio e complesso. «È un momento di grande cambiamento perché quello che veniva dato per scontato, dalle regole di comportamento alla globalizzazione e al commercio libero, è messo pesantemente in discussione», annota il ministro dell’Economia.
Uno shock paragonato alle «doglie di un parto». A nascere – spiega – sarà «un nuovo sistema» che implicherà la riscrittura di regole e schemi. La prova che «tutto deve essere rivisto» è lo stato di salute del Wto, l’organizzazione mondiale del commercio. «Oggi – sottolinea il titolare del Tesoro – si discute di dazi e tariffe, diciamo di un ritorno del mercantilismo, ma occorre dire con tranquillità che il Wto è già morto da qualche anno». Il concetto viene ribadito: il Wto «sopravvive come un organismo in letargo a cui nessuno faceva già più riferimento» da tempo.
È guardando a questo scenario che Giorgetti lancia un altro messaggio. Riguarda il contenuto della trattativa tra l’Europa e gli Stati Uniti: i dazi – sottolinea – sono solamente un punto di partenza. Ci sono anche altre questioni da affrontare. «C’è l’ambizione di creare la global minimum tax internazionale che l’amministrazione Trump ha messo in un cassetto», ricorda il ministro. Ma anche la web tax e «il dazio implicito» del valore delle valute.«Anche su questo – dice – vale la pena concentrare l’attenzione perché è collegato alla politica monetaria della Fed o della Bce e quindi la competitività del sistema italiano ed europeo rispetto a quello americano dipende anche da questo fattore». Muove da qui il negoziato con gli Stati Uniti. La parola d’ordine è cautela. «Non è semplice – dice il ministro – perché gli interessi, in qualche modo, ognuno cerca di farli a casa propria». Per questo parla della necessità di trovare «un compromessocorretto». L’intesa va costruita. Giorgetti sarà a Washington dal 23 al 25 aprile, dopo l’incontro tra Giorgia Meloni e Trump in calendario il 17. In agenda ci sono gli “Spring meetings” del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. «Incontrerò il segretario del Tesoro» americano, Scott Bessent, annuncia il ministro. Un faccia a faccia con la “colomba” che ha contribuito a convincere il presidente degli Stati Uniti a sospendere i dazi per 90 giorni.