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 2025  aprile 14 Lunedì calendario

La Napoli nascosta: ritrovata la cappella assediata dal B&B

Ricordate lo sprovveduto Andreuccio da Perugia, nel Decameron di Boccaccio? “Il quale, avendo inteso che a Napoli era buon mercato di cavalli, messisi in borsa cinquecento fiorin d’oro, non essendo mai piú fuori di casa stato, con altri mercatanti lá se n’andò”. Anche allora Napoli non era esattamente il posto giusto per un forestiero fessacchiotto con una borsa d’oro: immancabilmente Andreuccio finisce raggirato da una sveglissima prostituta siciliana, Fiordaliso, che lo precipita letteralmente nella merda, lo deruba e lo riduce a vagare per la città, fino a un imprevedibile lieto fine.
Fu Benedetto Croce a dimostrare che la Napoli della novella era quella reale, con la sua topografia e i suoi personaggi storici. Tra questi ultimi spicca «uno arcivescovo di Napoli, chiamato “messer Filippo Minutolo, [che] era stato seppellito con ricchissimi ornamenti e con un rubino in dito il quale valeva oltre a cinquecento fiorin d’oro”. Calatosi nell’arca funeraria, Andreuccio depreda il corpo del prelato di anello e paramenti, lasciandolo spogliato “infino alla camiscia”, in un finale tessuto di colpi di scena che si svolge nella meravigliosa Cappella Minutolo, che tuttora si ammira nella zona absidale del Duomo di Napoli, e che ancora contiene la bella tomba del vescovo Filippo. È lo stesso Croce ad affermare che “sotto la tribuna [della cappella] il cardinale Errico Minutolo edificò una cappelletta dell’Annunziata con porta separata, che ancora esiste e vi si accede dalla casa attigua”.
Inutilmente un visitatore del Duomo napoletano chiederebbe oggi di visitare questa piccola cappella: perché da un pezzo se ne sono perse le tracce, smarrendo addirittura il ricordo della sua esistenza. Ma domani pomeriggio, in un seminario che si terrà a Napoli per iniziativa della Federico II e della Bibliotheca Hertziana, questa seconda cappella Minutolo riaffiorerà alla superficie della conoscenza collettiva. Il merito è di un giovane storico dell’arte, Mariano Saggiomo, che ha riscoperto e pubblicato questa cappella che esiste ancora, ma è inaccessibile. La secolare densità urbana napoletana – perfino la cattedrale è assediata da un tessuto edilizio umilissimo – è diventata, con l’abusivismo selvaggio degli ultimi decenni, una giungla capace di negare “la possibilità stessa di accedere a questo ambiente, poiché il vano centinato e murato insiste sul terrazzo abusivo dell’abitazione vicina. Benché sembri incredibile, in uno dei contesti più attenzionati della Napoli medievale continua a consumarsi un paradosso tutto napoletano: la cappellina fondata da Enrico Minutolo è stata ‘murata viva’ (Saggiomo)”.
Introducendo una macchina fotografica in una delle feritoie della cripta della cappella grande e prendendo contestualmente le misure con uno metro a laser, oggi sappiamo che si tratta di uno spazio a pianta rettangolare, voltato a botte, cui si accedeva da un varco (quello di cui parla Croce) che dovette essere tamponato dopo il terremoto del 1980. E possiamo vedere ciò che rimane dell’affresco cinquecentesco con l’Annunciazione che costituiva la pala d’altare di questa piccola cappella voluta dal cardinale Minutolo. Così il patrimonio culturale napoletano aumenta: ma aumenta anche la nostra consapevolezza di ciò che è successo a Napoli negli ultimi anni. Lo stesso B&B che possiede la terrazza abusiva che sbarra l’accesso alla cappella piccola, ha anche addossato il proprio bagno a uno dei contrafforti del Duomo, e alla Cappella Minutolo grande: e così l’umidità ha progressivamente distrutto le pitture tre-quattrocentesche della parete adiacente, facendo diventare terribilmente letterale la metafora di un overtourism che distrugge patrimonio culturale e convivenza civile.
Come hanno scritto Alessandra Caputi e Anna Fava, “mostre, sfilate di moda, concerti, promozione della tipicità dei territori sono meccanismi di cattura dell’utenza turistica che, attraverso i voli a basso costo, viene riversata a macchia d’olio nella città. In questa dinamica anche il patrimonio abitativo diviene uno strumento necessario alla crescita del settore: attraverso piattaforme come Airbnb e Booking, le case sottratte agli abitanti, soprattutto ai più poveri, si convertono in strutture ricettive extralberghiere… La maggior parte degli annunci immobiliari, offerti sulle piattaforme, si situa nel perimetro Unesco, in particolare in alcuni quartieri popolari come Forcella e Montesanto. Proprio quelli che si stanno svuotando progressivamente per l’aumento degli affitti e degli sfratti. Il tracciato greco-romano del centro storico ha perso buona parte delle originarie attività commerciali, per trasformarsi in una rosticceria a cielo aperto. Lo spazio pubblico, invaso dai dehors di bar e pizzerie, è diventato uno spazio di consumo”. In confronto a questo furto di patrimonio culturale e di democrazia urbana, quello sacrilego di Andreuccio da Perugia ci appare in tutta la sua innocenza