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 2025  aprile 14 Lunedì calendario

Granchi giganti ai Fori Imperiali, una colonia sotto i mercati di Traiano

Granchi giganti al Foro di Traiano. La fauna selvatica di Roma continua a stupire, questa volta con segreti naturali nascosti tra i monumenti degli antichi romani. Non tutti sanno della presenza nell’area dei Mercati traianei e della Basilica Ulpia di una nutrita colonia di granchi potamon fluviatile, nome con cui il mondo scientifico identifica il granchio di fiume.
Una presenza scoperta anni fa nel corso degli scavi archeologici ma che pare sia addirittura millenaria. La spiegazione del perché i crostacei si siano stabiliti nel Foro romano, pur trattandosi di una specie che vive lungo le sponde dei fiumi o dei laghetti, è dovuta ad un habitat acquatico favorevole, simile a quello naturale, oltre che alla condizione di protezione, essendo penetrati in una zona appartata e inaccessibile agli umani. Se l’area è apparentemente priva di ruscelli e specchi d’acqua, in realtà tutta la zona dell’attuale centro storico cittadino anticamente era percorsa da torrenti e fossi che, incanalandosi tra i colli capitolini, si immettevano nel Tevere.
Tuttora l’area dei Mercati traianei e della Basilica Ulpia, nella parte chiusa al pubblico, è percorsa da canalette di scolo, coperte con mattoni, per permettere il deflusso delle acque verso i corsi d’acqua sotterranei, protetti da apposite grate. Ed è proprio lungo tali canalette e principalmente nei corsi d’acqua sotterranei che risiede una nutrita popolazione di granchi di fiume, incurante del caos quotidiano e delle frotte di turisti che quotidianamente si riversano lungo i viali del Foro. Difficile vederli in pieno giorno, quando si rifugiano in anfratti naturali e in tane profonde scavate nel fango ai margini delle canalette di scolo, ma al crepuscolo e di notte compiono escursioni alla ricerca di cibo, di solito invertebrati, alghe, rifiuti e semi di piante. Ultimamente si notano sempre più tracce della loro presenza, ossia resti di carapaci e parti del corpo di questi crostacei, prede tra le più ambite da corvi e gabbiani, inoltre ci sono anche stati degli avvistamenti nelle ore serali.
LA TRASFORMAZIONE
La loro esistenza fu rivelata alla comunità scientifica e documentata anni fa da un gruppo di ricercatori dell’Università di Roma Tre che ne censirono più di 500 ma si stima che ora siano molti di più. «La colonia di granchi di Traiano mostra una peculiarità – spiega Bruno Cignini, docente di conservazione e gestione della fauna urbana presso l’Università di Tor Vergata – dovuta al lungo isolamento che ha permesso loro di sviluppare una strada evolutiva assolutamente unica. Oggi gli esemplari che vivono lì hanno delle dimensioni quasi doppie rispetto a quelli che dimorano nell’ambiente naturale. Il loro carapace misura attorno ai 7-8 centimetri contro i 4-5 di quello degli individui che vivono in habitat naturali. Possiamo quindi dire che questi granchi, che probabilmente sono in quei luoghi dal tempo dell’Impero Romano, a causa dell’isolamento di millenni, hanno sviluppato chiari segni di gigantismo, come spesso avviene in popolazioni particolarmente isolate che sviluppano determinate qualità di adattamento all’ambiente».
E se gli avvistamenti di cinghiali, volpi e tanti altri animali selvatici sono ormai piuttosto comuni in città, pensare che al crepuscolo nei mercati traianei miriadi di creature silenziose si muovano all’ombra di templi e colonne, percorrendo sentieri che hanno attraversato il tempo e sbucando da canalette e sotterranei, fa davvero riflettere sull’unicità dell’ecosistema di Roma. «Anni fa – racconta Cignini – per il mio lavoro di studioso della fauna urbana sono andato ad osservare questa incredibile popolazione e ho fotografato diversi esemplari. Questo contatto ravvicinato mi ha fatto riflettere su quanto questi granchi che scorrazzano tra le rovine romane siano speciali, avendo resistito, da oltre duemila anni, ad ogni trasformazione urbana».