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 2025  aprile 13 Domenica calendario

Sempre più acquisti a rate per gli italiani Anche se il tasso dei finanziamenti risale

Acquisti subito, paghi dopo (e a rate). Che siano spese divertenti legate alle vacanze o impellenti relative alla salute o ancora dettate dalla volontà di accaparrarsi l’ultimo modello di smartphone, il fenomeno del cosiddetto “Buy Now Pay Later” continua a crescere in Italia. A segnalare un’accelerazione della corsa del credito al consumo è un report diffuso dalla First Cisl.
Nel 2024 il volume dei finanziamenti è aumentato del 5,3%, passando rispetto alla fine del 2023 da 160,7 a 169,3 miliardi. Nello stesso periodo si è registrata anche una modesta ripresa dei prestiti complessivi erogati alle famiglie (+ 0,5%). L’Italia si conferma ai primi posti in Europa per i costi che i consumatori sono chiamati a sopportare sui finanziamenti personali: una tendenza, questa, che si consolida nel 2025. Anche se dall’inizio di quest’anno i costi di questi finanziamenti sono diventati anche più cari, perché il Taeg (il parametro che indica in percentuale il costo totale di un prestito) ha iniziato a risalire.
La Fondazione Fiba di First Cisl nella sua analisi periodica condotta su dati Bankitalia e Bce segnala che anche a febbraio il Taeg sulle nuove operazioni ha toccato il 10,45%, dato che resta significativamente più elevato sia rispetto alla media dell’area euro (8,38%) che a quelli di Francia (6,73%) e Germania (8,34%). Il percorso di discesa che aveva segnato l’ultima parte del 2024 si era interrotto già a gennaio. Proseguendo nel confronto europeo, il nostro Paese svetta anche per quanto riguarda la quota destinata al credito al consumo sul totale dei prestiti richiesti: a febbraio ci siamo attestati al 18,9% contro una media dell’area euro dell’11,1%. Lontane, in questa classifica, restano Germania e Francia, che si fermano rispettivamente al 9,5% ed al 12,7%. Tra le regioni, nell’ultimo tri-mestre del 2024 l’aumento maggiore si è registrato in Emilia Romagna (+ 2,01%), Toscana (+ 1,97%) e Lombardia (1,86%), quello minore in Campania (+ 1,14%).
Sul versante dei mutui, l’inizio del 2025 segna un nuovo inasprimento delle condizioni di finanziamento. Dopo la diminuzione di gennaio, a febbraio infatti si assiste ad un aumento del Taeg (dal 3,5% al 3,58%) che interrompe la tendenza alla flessione dei tassi innescatasi già prima che la Bce iniziasse, a partire dal giugno scorso, a rivedere la sua politica monetaria restrittiva. Il caso italiano non è isolato: nell’area euro la parabola discendente del Taeg si è allungata fino a gennaio per poi invertire la rotta a febbraio (dal 3,41% al 3,61%). Lo stesso andamento si è riscontrato in Francia (dal 3,67% al 3,68%) ed in Germania (dal 3,56% al 3,63%). Nonostante una politica monetaria della Bce segnata da progressivi tagli dei tassi d’interesse, quelli sul credito al consumo continuano a restare elevati. Una delle ragioni è che le banche sembrano puntare sempre di più su questa tipologia di finanziamenti per sostenere i loro ricavi.
A confermare la tendenza che vede un boom di finanziamenti per l’acquisto di beni e servizi, l’indagine segnala anche la crescita continua del fenomeno della cessione del quinto dello stipendio (la trattenuta del 20% massimo della retribuzione o della pensione che il datore di lavoro poi versa al finanziatore). Si tratta di un’altra forma di prestito che, quando correlato ai consumi, denota implicazioni sul terreno sociale che non possono non destare preoccupazione. Dal 2011 alla fine del 2024 l’ammontare di questi prestiti è pressoché raddoppiato, passando da poco più di 10 miliardi ad oltre 18 miliardi. Nell’ultimo anno la crescita è stata dell’1,1%.