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 2025  aprile 12 Sabato calendario

Troppi satelliti (e non solo) nei cieli, rischiamo di non vedere più le stelle

C’è un cinema all’aperto che, tutte le sere quando non piove o è nuvolo, offre uno spettacolo gratuito e sempre diverso, bello e qualche volta addirittura entusiasmante. Purtroppo, questo locale molto particolare è in pericolo, forse in procinto di chiudere.
Stiamo parlando del cielo, quello che ci sta sopra la testa e che ci emoziona sempre quando riusciamo a guardarlo, coi suoi ritmi lenti, oggi non proprio in voga, ma che ci offrono sempre uno spettacolo diverso, quel cielo che per secoli e secoli i nostri antenati, in tutte le parti del mondo, hanno usato per stabilire un calendario, capire che momento del giorno fosse e anche per orientarsi e viaggiare in un mondo zeppo di pericoli.
Oggi forse ci siamo dimenticati che il cielo è esattamente metà dell’ambiente, già parecchio tartassato, ce lo ricordiamo magari solo quando siamo in vacanza al mare o in montagna, in un paesetto isolato o sulla spiaggia.
Oggi è solcato da tanti, troppi satelliti, rischiarato oltre ogni limite dalle luci diffuse della città ed è anche in pericolo per strani progetti orientati solo ad espandere nello spazio alcune attività tipicamente terrestri. Per dirne una, a mo’ di esempio, quella di utilizzare lo spazio come un enorme schermo televisivo in cui proiettare pubblicità anche animata e bella da vedere, realizzata con sciami di droni possibilmente colorati. Però: se può avere un senso vedere ciò per la inaugurazione delle Olimpiadi a Pechino, spettacolo veramente bello, bisogna anche ricordarsi che è durato pochi minuti ed è stato un unicum, certamente vedere permanentemente sopra le nostre teste consigli tipo “bevete questo o mangiate quest’altro o ancora hai provato i nuovi gustosi e croccanti eccetera eccetera” non è certo divertente, diciamocelo.
Prima di cadere in equivoco chiariamo due punti importanti: il primo è che nessuno vuole ostacolare il progresso, sia ben chiaro, la nostra vita ormai dipende in modo molto stretto dell’esistenza delle costellazioni di satelliti che osservano la terra, ci danno trasmissione di dati e voce, ci avvisano di possibili pericoli, controllano taxi, aerei, navi e anche le loro azioni non legali e tanto altro. Questi satelliti, insomma, sono indispensabili: però sono tanti tantissimi; troppi?
Difficile da dire, per dare dei numeri oggi siamo sui 10.000 satelliti, ma per il 2030 ne sono previsti almeno 40.000 e non è distante il traguardo dei 100.000. Sono previste tante costellazioni di satelliti, che hanno già presentato domanda agli enti competenti, con cui arriviamo a numeri mostruosi, dell’ordine del mezzo milione di satelliti.
Tutto questo si può seguire giorno per giorno, nel portale web del CPS, Centro per la Protezione del cielo, dell’Unione astronomica internazionale, delegata per questo e altri compiti dalla Nazioni Unite.
“Nessuno disconosce l’utilità di questi satelliti, ci mancherebbe – dice Piero Benvenuti, Professore emerito dell’Università di Padova e direttore del CPS – però interferiscono troppo con il lavoro degli astronomi e di chi deve poter osservare liberamente il cielo: producono scie luminose che rovinano le immagini ed emettono microonde che disturbano le osservazioni radioastronomiche”.
L’imputato principale è Starlink, dato che la compagnia di Musk spedisce nello spazio anche sessanta satelliti alla volta, oggi va verso gli 8.000 e vuole arrivare, solo lui, ad averne 40.000 in breve tempo. Insomma, sono numeri grazie ai quali si rischia una Babele anche perché non è solo Musk, ovviamente, che in questi tempi non è propriamente molto popolare, ma la Cina anche e anche l’Europa e tanti altri privati.
La seconda questione è che bisogna capirsi: c’è una immagine molto romantica degli astronomi che, con l’occhio al telescopio, osservano le bellezze del cielo. Certo la bellezza c’è, ma l’astrofisica odierna usa il cielo come un laboratorio di fisica estrema, che ha caratteristiche e presenta fenomeni che mai potremmo studiare sulla Terra e i risultati si vedono, basta pensare agli specchi per raggi X, di cui la radiologia medica ha tanto beneficiato così come la produzione di circuiti elettronici iper densi o i tanti software per elaborazione immagini per la medicina, che derivano da quelli astronomici. Quindi studiare il cielo dalla Terra è importante oggi, anche se andiamo nello spazio con potenti osservatori.
Due sono i problemi che ostano ad una risoluzione del problema che sia intelligente per tutti e per le varie esigenze. Il primo è la mancanza di legislazione, oggi chi vuole può ottenere l’autorizzazione a lanciare un satellite dall’autorità nazionale, ma non esistono regole o agreement globalmente condivise che permettano di regolare numero e orbita dei satelliti in orbita bassa. Chi primo arriva meglio alloggia, la miglior strada per ritrovarsi con un monopolio di fatto del più forte, da sempre un ostacolo a sviluppo e progresso.
Il secondo è la sempre minor sensibilità verso l’ambiente, anche quando si rischia di danneggiare in modo irreparabile investimenti multimilionari per installarne altri in aperto contrasto.
Un esempio, grave e chiarissimo, è rappresentato dal megaprogetto INNA in Cile, nel deserto del Paranal. L’Europa, tramite l’ESO, Osservatorio Europeo del sud, Eso, in quel deserto, dove si hanno i cieli più bui e limpidi esistenti al mondo, ha posto i più grandi e moderni Osservatori, punta di diamante della nostra tecnologia e scienza.
Il progetto INNA, realizzato da AES Andes, una sussidiaria della società elettrica statunitense AES Corporation, prevede di installare diversi impianti di produzione di energia e di trasformazione, distribuiti su un’area di oltre 3000 ettari, le dimensioni di una piccola città. Fin qui niente da dire, ma la sua ubicazione, incomprensibilmente e con l’assenso di parte dei ministeri cileni competenti, è prevista a pochi chilometri dai telescopi europei. In un deserto quasi sconfinato.
Un’analisi tecnica dettagliata ha confermato che l’impatto di INNA sarebbe devastante e irreversibile.
C’è insomma bisogno di capire che il cielo è un bene comune, per qualsiasi uomo o donna sulla Terra che voglia vedere le stelle, la Luna, le comete quando ci sono, così come per gli appassionati astrofili che, per pura passione, sottraggono notti di sonno alla loro professione principale per ammirare e studiare le stelle. Infine, come abbiamo cercato di dimostrare, per i professionisti, che fanno fisica estrema che tante ricadute ha sulla nostra vita quotidiana. Ancora una volta bisogna uscire a riveder le stelle.