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 2025  aprile 11 Venerdì calendario

Bradisismo ai Campi Flegrei, gli sfollati di Bagnoli invitati a lasciare gli alberghi. «E ora dove andremo?»

Due settimane al massimo poi gli sfollati per il bradisismo residenti a Bagnoli dovranno lasciare la stanza d’albergo che occupano. Quindici giorni è il tempo che rimane a quanti tra i 600 sfollati hanno accettato questa soluzione alloggiativa dopo aver ricevuto le ordinanze di sgombero dai loro appartamenti per i danni provocati dalle scosse di marzo.
«Ci hanno chiamato ieri mattina per comunicarci che dal 30 aprile in poi non sarà garantita più la nostra permanenza nelle strutture, perché sono i finiti i fondi – ha raccontato Romina Falco, residente di Bagnoli – Ci hanno anche detto di compilare il modulo per ricevere il contributo di autonoma sistemazione. Ho una bambina di appena un anno e vivo nell’incertezza». Un contributo economico che non potrà essere erogato per un periodo superiore a sei mesi per i nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata dichiarata inagibile.
Per gli sfollati si tratta dell’ennesimo calvario da affrontare. Alcune situazioni sono anche più drammatiche di altre. Patrizia Palladino, già sgomberata a causa dello scoppio di una fogna che provocò l’allarme di dissesto idrogeologico nel 2001 a Bagnoli, a distanza di 24 anni rivive il dramma di non avere più una casa. «Aiutatemi – è il grido di Patrizia, ormai senza più energie – Io non so cosa fare e soprattutto a chi rivolgermi, mi vedo persa. Mi hanno detto che dovrò lasciare l’albergo e che devo richiedere il contributo. Io non lo voglio, voglio solo ritornare nella mia casa». Una struttura di proprietà del Comune di Napoli, che le era stata assegnata dopo l’alluvione e che già necessitava di interventi di messa in sicurezza, mai effettuati. «Ho una figlia invalida e non ho un contratto di lavoro – continua Patrizia – Questo contributo mi verrebbe assegnato per un periodo massimo di sei mesi. E dopo? Che succede? Per affittare una casa chiedono la doppia busta paga. Io penso che il Comune debba aiutare le persone e invece ci stanno buttando fuori senza preoccuparsi di che fine faremo».
Quella di Patrizia è solo una voce del dramma che stanno vivendo intere famiglie. «Da ieri mattina mi stanno contattando molte persone che ora si trovano in albergo – spiega la consigliera della Municipalità X, Rosa Esposito – Mi hanno denunciato che senza garanzie non riescono a trovare una casa in affitto. I canoni sono alle stelle e il tempo di permanenza che gli resta in albergo è poco. Già hanno vissuto la disgrazia di aver dovuto lasciare casa di punto in bianco, ora devono rivivere il dramma di non sapere dove andare».
Carla Volpe, dopo lo sgombero del suo palazzo è stata accolta nella struttura comunale a Marechiaro insieme alla sua famiglia, composta da 8 persone. «Da quando ci hanno detto che dobbiamo andare via, non dormiamo più – racconta Carla – Quello che stiamo vivendo è peggio del terremoto. Il proprietario di casa, nonostante lo sgombero continua a chiederci 900 euro di affitto ed ora ci hanno comunicato che subiremo un altro sgombero a breve». Per loro, i soldi del contributo non sono una soluzione. «Molti di noi sfollati non abbiamo compilato il modulo anche perché abbiamo trovato delle incongruenze – spiega Maria Sportiello – Nonostante molti di noi si trovino in questo momento in strutture alberghiere, avremmo dovuto dichiarare di non essere assegnatari di un alloggio o di non essere stati sistemati in una struttura ricettiva con oneri a carico della Pubblica Amministrazione». Questo perché il contributo non è cumulabile con l’ospitalità presso strutture alberghiere.
In una nota, il Comune di Napoli fa sapere che le due misure non si escludono a vicenda. Tuttavia, nel caso in cui una famiglia abbia usufruito temporaneamente dell’ospitalità in albergo, l’importo del contributo sarà decurtato proporzionalmente ai giorni di permanenza nella struttura ricettiva. «Non sappiamo cosa fare —  conclude Maria, madre di 5 figli di cui l’ultimo di pochi mesi – Va a finire che dopo sei mesi ci ritroveremo di nuovo per strada. Non è facile trovare una sistemazione in poco tempo. Tra l’altro il sussidio ci viene anche decurtato, ma sono state le autorità a collocarci in albergo».