corriere.it, 11 aprile 2025
Garlasco, Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà. I giudici: «Nessuna violazione per l’intervista alle Iene»
Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Il 41enne, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi nel 2007 a Garlasco, potrà stare fuori dal carcere parte del giorno, non solo per lavorare ma anche per attività di reinserimento sociale, e dovrà tornare la sera a Bollate.
La procura generale di Milano aveva in precedenza chiesto il «rigetto» della richiesta della semilibertà avanzata dai legali di Stasi, chiedendo in subordine un rinvio del procedimento per valutare le «circostanze» della sua ultima intervista a «Le Iene» del 30 marzo, che non era stata autorizzata. Davanti ai giudici di sorveglianza, nell’udienza a porte chiuse, la sostituta procuratrice generale di Milano, Valeria Marino, aveva espresso in aula un parere solo «parzialmente positivo» sulla richiesta di Stasi, difeso dagli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari. Secondo i giudici però «con riferimento ai rilievi del procuratore generale (...) si osserva che il provvedimento concessivo del beneficio non imponeva al detenuto alcun divieto espresso di avere rapporti con i giornalisti», si legge nel provvedimento. «Si osserva quindi che, a prescindere da ogni diversa valutazione circa la possibilità da parte del permessante di intrattenere rapporti con la stampa, considerato il tenore pacato dell’intervista – scrivono i giudici -, ritiene il collegio che tale comportamento, se valutato nel contesto di un percorso carcerario connotato dal rigoroso e costante rispetto delle regole, anche nel corso dei benefici penitenziari concessi (grazie ai quali già usufruisce di considerevoli spazi di libertà) non sia idoneo ad inficiare gli esiti della relazione di osservazione».
Tra l’altro, a Stasi, in carcere da dieci anni, sulla carta mancano solo 4 anni e pochi mesi per finire di scontare la pena. E, comunque, tra non molto potrà chiedere pure un’altra misura alternativa alla detenzione, l’affidamento in prova ai servizi sociali. In quel caso niente più carcere per lui e sconterà la restante pena con la misura alternativa, svolgendo lavori socialmente utili. Aggiungendo, poi, anche la liberazione anticipata potrebbe finire di scontare la pena nel 2028, massimo nel 2029.
«L’abbiamo saputo poco fa, proviamo tanta, tanta amarezza. So che c’è questo pericolo, ma spero proprio di non incontrarlo mai più». Così Rita Poggi, la madre della vittima, contattata al telefono da alcune agenzie di stampa,: «Per noi il colpevole è quello, ci sono delle sentenze che lo dicono, più di così...».