Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  aprile 11 Venerdì calendario

Concordato flop. Hanno aderito solo il 13% degli interessati: 585 mila autonomi su 4,5 milioni

Solo in 585 mila hanno aderito alla proposta del governo Meloni di concordato preventivo biennale: denunci un po’ di più, paghi un tot di tasse e non avrai controlli per due anni. Proposta non così allettante visti i risultati. Su 4,5 milioni di imprese, professionisti e autonomi interessati appena il 13% ha aderito. Lo conferma lo stesso governo nel Dfp, il Documento di finanza pubblica appena inviato alle Camere.
Pochi forfettari
E pensare che questi numeri ricomprendono anche una parte di “forfettari”, autonomi che pagano la flat tax, la tassa piatta. Solo il 7% tra di loro ha scelto il concordato (124 mila su 585 mila) contro quasi il 17% degli altri “soggetti Isa”, partite Iva tenute alla pagella fiscale misurata dall’Indicatore dell’affidabilità fiscale. Proprio per questo il governo ha escluso i forfettari dalle prossime edizioni del concordato, a partire da quest’anno.
Il magazzino fiscale
Far emergere i redditi nascosti in Italia è davvero un’impresa. Non aiuta un governo come l’attuale che continua ad annunciare scappatoie e condoni. Il magazzino fiscale è strapieno di cartelle che forse nessuno mai riscuoterà: 1.280 miliardi contro i 1.051 di dieci anni fa, di cui recuperabili “solo” 567. Il tentativo del Fisco di accordarsi prima e portare sulla retta via quella parte degli autonomi più incline all’evasione è decisamente naufragato.
Bassi introiti
Gli incassi di conseguenza sono stati inferiori alle attese. Il governo Meloni, pur senza averlo mai scritto nero su bianco, si aspettava almeno 2 miliardi per ridurre le tasse al ceto medio. Alla fine sono entrati solo 1,6 miliardi. Ma per il viceministro Maurizio Leo che ha la delega alla riforma del fisco c’è comunque motivo di soddisfazione perché quasi 190 mila partite Iva sono “tornate all’affidabilità fiscale”. Hanno migliorato cioè la loro pagella.
I numeri del Dfp
Si consola così, il governo Meloni. Si legge nel Dfp, il nuovo documento di finanza pubblica che ha sostituito il Def: “In questi mesi, il governo ha continuato nell’avanzamento delle azioni previste per migliorare il rapporto tra cittadino-contribuente e l’amministrazione finanziaria, mediante forme di cooperazione preventiva e rafforzata”.
Questi i risultati: “Dal monitoraggio, risulta che per il periodo 2024-2025 hanno aderito al Concordato preventivo biennale quasi 585.000 contribuenti (circa il 13 per cento dei soggetti potenzialmente interessati). Si rilevano anche ulteriori progressi in relazione al nuovo regime di adempimento collaborativo. Dal monitoraggio della misura, risulta che a dicembre 2024 sono 142 le società ammesse al regime e complessivamente 226 sono i soggetti che hanno aderito al regime fino ad oggi”.