repubblica.it, 11 aprile 2025
Il suono di avvio di Windows tra le nuove acquisizioni della Library of Congress
Elton John, Amy Winehouse e il suono di avvio di Windows entrano nella storia americana. Anche l’ormai celebre suono dei pc è presente tra i 25 elementi aggiunti nel National Recording Registry, l’archivio che conserva le registrazioni ritenute di importanza culturale, storica ed estetica per gli Stati Uniti. Microsoft Windows Reboot Chime, così si chiama, dura poco più di 3 secondi ed è stato composto nel 1995 dal leggendario musicista e produttore Brian Eno su richiesta di Microsoft per l’uscita del sistema operativo.
"Questi sono i suoni dell’America, la nostra storia e cultura ad ampio raggio. Il National Recording Registry è la playlist della nostra nazione in evoluzione – ha affermato in una nota la Bibliotecaria del Congresso Carla Hayden – La Library of Congress è orgogliosa e onorata di selezionare questi tesori audio degni di conservazione tra cui musica iconica di una varietà di generi, registrazioni sul campo, storia dello sport e persino i suoni della nostra vita quotidiana con la tecnologia”.
Lo strano caso del suono di avvio di Windows 95
Entrano a far parte del National Recording Registry, tra gli altri, anche l’album di Elton John Goodbye Yellow Brick Road, Back to Black di Amy Winehouse, l’album omonimo di Tracy Chapman del 1988, lo storico disco del 1975 di Keith Jarrett The Koln Concert.
’Back to Black’, il film che racconta Amy Winehouse – Il trailer
Per Microsoft, che ha da poco festeggiato i 50 dalla fondazione, c’è una doppietta: nei nuovi suoni entrati nel registro c’è anche la colonna sonora del gioco Minecraft: Volume Alpha, scritta da Daniel Rosenfeld nel 2011. È la seconda opera musicale legata ai videogiochi a entrare nel registro, dopo il tema di Super Mario Bros nel 2023.
Tra i tesori audio della biblioteca del Congresso sono entrati anche la registrazione originale del musical Hamilton di Lin Manuel Miranda, la musica del videogioco Minecraft, brani di Mary J. Blige, Céline Dion, ma anche le canzoni dei lavoratori giapponesi-americani che lavoravano nelle piantagioni di canna da zucchero delle Hawaii.
L’inclusione di Hamilton coincide con il decimo anniversario dello show che racconta, con un cast multirazziale e una colonna sonora hip hop, la nascita della democrazia in America. Lin Manuel Miranda, che nei giorni scorsi si è rimangiato l’ok a mandarlo in scena al Kennedy Center per i 250 anni della Dichiarazione di Indipendenza, ha salutato l’inclusione nel Registry dicendosi “incredibilmente onorato di farne parte”. Poi però, in una dichiarazione più ’politica’ in spagnolo che la Library of Congress ha pubblicato sfidando l’ordine di Trump di fare dell’inglese la lingua ufficiale degli Stati Uniti, il compositore di origini portoricane ha auspicato che “tra qualche anno – non so quando – Hamilton venga messo in scena anche nelle scuole. Che le scuole abbiano il diritto di rappresentare lo spettacolo”. La cosa che più lo ha sorpreso del successo di Hamilton? “Tutto”, ha detto sempre in spagnolo il musicista che è di origini portoricane: “Il fatto che queste 46 canzoni abbiano fatto il giro del mondo e che la storia di Alexander Hamilton sia stata così impattante: per me è la storia dell’immigrazione nella nostra nazione – prima ancora che esistessero gli Stati Uniti”.