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 2025  aprile 11 Venerdì calendario

Giovanni Amoroso: “Non sono accettabili gli attacchi personali contro i giudici”

Viviamo tempi in cui «il futuro è divenuto incerto», ma la Corte costituzionale resta garante dello «stato di diritto che costituisce ancora saldo ancoraggio del vivere insieme», sottolinea il presidente della Consulta Giovanni Amoroso nella sua relazione sull’attività dell’Alta corte nel 2024, nel corso della seduta straordinaria tenuta alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Guardasigilli Carlo Nordio e dei presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa.
Tempi in cui anche il conflitto tra poteri si è reso aspro, ma «l’indipendenza della magistratura è un pilastro dello stato di diritto e va preservato». Amoroso fa riferimento ai forti contrasti tra governo e magistratura in occasione delle sentenze con cui alcuni giudici hanno impedito il rimpatrio di migranti. «La legittimazione dei giudici si trova nelle motivazioni dei loro provvedimenti – ricorda il presidente della Consulta -, ma queste motivazioni sono criticabili. Non è pensabile che non sia permessa una critica, anche aspra».
Dall’altra parte, aggiunge, «non è accettabile ci siano attacchi personali contro i giudici con cui si va verso una delegittimazione della magistratura». In sintesi, dice Amoroso, «il governo dei giudici non è auspicabile, ma sarebbe preoccupante un governo senza giudici. Il sistema deve essere equilibrato e ha gli anticorpi per arginare possibili tracimazioni di un potere nell’area di competenza dell’altro potere».
Sembra chiedere quasi comprensione, perché «quello del giudice è un mestiere complesso», perché chiamato a muoversi in un sistema in cui si devono tenere presenti le leggi nazionali, ma anche le norme europee e altre fonti giuridiche come il Trattato dei diritti dell’uomo. «Il legislatore nazionale si muove quasi sempre in un contesto europeo», sottolinea.
E gli ordinamenti giuridici dei 27 paesi dell’Unione «tendono al riavvicinamento e poi all’armonizzazione per affrontare, uniti nella diversità, le sfide del nuovo secolo (l’ambiente, l’energia, l’acqua, il welfare), gli sviluppi tecnologici (a partire dalle enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale) e le crisi del tempo corrente (la guerra al di là dei confini dell’Unione, la pressione migratoria dall’esterno)».
La Corte ha vissuto al suo interno momenti altrettanto complessi nell’anno appena passato. Per l’incapacità del Parlamento di eleggere 4 giudici costituzionali, è rimasta a lungo «con un collegio ridotto a undici – ricorda Amoroso – la Corte è stata costantemente a rischio di trovarsi impossibilitata a esercitare le sue funzioni in caso di impedimento di un giudice», perché con soli 10 giudici non si raggiunge la soglia minima per riunirsi. «Forse – propone Amoroso – si potrebbe ripensare il quorum deliberativo e se il quorum di 11 giudici su 15 non sia troppo elevato e faccia correre alla corte il rischio di bloccarsi».