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 2025  aprile 11 Venerdì calendario

Alessandro Coatti, il giallo del biologo massacrato in Colombia. I paramilitari: «Non lo abbiamo ucciso noi»

Ieri sera i paramilitari dell’Acsn hanno diffuso un messaggio su X affermando: «Non abbiamo ucciso noi l’italiano Alessandro Coatti». Senza dirlo in modo diretto poi riversano le accuse sulla organizzazione rivale del clan del Golfo chiedendo alle autorità locali di fermare l’ondata di crimine. Ma allora chi ha ucciso Alessandro? L’addetta alla reception dell’Hotel Marovi, un bell’edificio blu e celeste a calle 21, nel centro storico di Santa Marta a poche centinaia di metri dal mare, dove una stanza costa 30 euro a notte, ricorda bene Alessandro Coatti, lo scienziato italiano ucciso e fatto a pezzi. Probabilmente è l’ultima persona ad averlo visto, prima che incontrasse i suoi assassini. «Era un ospite molto educato, gentile – racconta al telefono – Sabato sera è uscito, ha salutato, ma da quel che mi ricordo non ha chiamato un taxi. Se ne è andato a piedi».
La ricostruzione
Alessandro si apprestava a trascorrere la terza notte a Santa Marta, ma non è più tornato. Era teso? Aveva paura di qualcosa? Era nervoso magari perché aveva fatto qualche brutto incontro o ricevuto minacce nelle ore precedenti? Alla reception dell’Hotel Marovi dicono: «Tutt’altro, era molto sereno, allegro. No, non era nervoso». Spostiamoci ad Alfonsine, nella frazione di Longastrino, ai confini tra le province di Ravenna e Ferrara. Il padre di Alessandro, Gabriele Coatti, e la madre Sandra Lovato, non si danno pace e tentano di ricostruire le ultime ore del figlio. Alessandro, affermato scienziato della Royal Society of Biology di Londra, dove si era trasferito, ogni volta che partiva per un viaggio per fare stare tranquilli i genitori condivideva la posizione Gps del suo smartphone. Lo stesso faceva con altri due amici della zona di Alfonsine. «Quando lascia l’hotel – ricorda lo zio Giovanni Coatti – dice a mio fratello e a mia cognata che ha intenzione di raggiungere un locale, dove trascorrere la serata. Il problema è che il segnale del Gps ha poi mostrato che si stava spostando nella zona opposta».
I genitori e gli amici di Alessandro si preoccupano e lo chiamano. Il telefono del figlio squilla a vuoto. Riprovano di nuovo: non c’è risposta. Inviano messaggi, tutto è inutile. Il giorno dopo, in un quartiere periferico della zona dello stadio di Santa Marta, assai distante dall’hotel, viene ritrovato un borsone con le braccia e la testa dello scienziato. La polizia risale alla sua identità dal braccialetto di riconoscimento dell’hotel. Altre parti del cadavere saranno recuperate in un sacco dell’immondizia gettato in un fiume e, il giorno successivo, in un altro contenitore, di nuovo nella zona dello stadio. C’è un ulteriore mistero: lo smartphone resta acceso anche diversi giorni dopo la morte di Alessandro, risulta spento solo da mercoledì sera. A Santa Marta, in Colombia, proseguono le indagini, mentre il dolore dei familiari di Alessandro, che avrebbe compiuto 39 anni in agosto, è devastante. La madre, Sandra Lovato, sui social ha condiviso alcune foto molto belle del figlio, scattate durante i suoi viaggi, con una scritta straziante: «Ciao amore mio ti aspetto a casa Mamma e papà». Ancora: «Vorrei abbracciarti».

I funerali
Ad oggi non è possibile prevedere quando potranno essere officiati i funerali. Le indagini per ora non hanno dato risultati conclusivi: è circolata l’ipotesi della pista passionale, ma appare un’ipotesi fragile per deviare l’attenzione dai reali problemi della regione di Santa Marta, devastata sia dalla presenza dei paramilitari sia dallo scontro con il clan del Golfo. La spiegazione più attendibile porta allo scambio di persona. Nell’ultimo anno ci sono state tredici esecuzioni in questo modo orribile, con i cadaveri fatti a pezzi e abbandonati in punti differenti della città. Mai era stato toccato un turista, per questo diversi analisti propendono sullo scenario dell’errore di persona: Alessandro è stato scambiato per qualcun altro o si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. In America Latina voleva trasferirsi per fare il volontario e aiutare la popolazione, non era coinvolto in alcun giro losco