lastampa.it, 10 aprile 2025
Vendetta di guerra, escort ucraina umilia e rapina una collega russa in un gioco a tre: condannata
Un ménage a trois tra un uomo e due escort si è concluso in un’aula del tribunale di Torino. Imputata una cittadina ucraina di 33 anni, assistita dall’avvocato Gianluca Visca, che questa mattina è stata condannata a 3 anni e 5 mesi di reclusione e 900 euro di multa per rapina e lesioni nei confronti di un’altra donna, una escort russa di 39 anni.
La vendetta per la guerra
Secondo quanto denunciato dalla vittima, le violenze sarebbero avvenute durante un gioco erotico organizzato dalla coppia, la donna ucraina e il marito italiano. «Si voleva vendicare per le sofferenze che il suo popolo sta vivendo a causa della guerra», ha dichiarato la 39enne, riferendosi alle motivazioni della collega. Motivazioni confermate anche dal maresciallo dei carabinieri che ha condotto le indagini.
L’avventura a tre
I fatti risalgono al 25 febbraio 2023: le due donne si erano conosciute quella sera in un locale e, insieme al marito della 33enne, avevano poi cenato in un ristorante di Moncalieri. In seguito, la coppia avrebbe proposto un rapporto a tre da consumarsi nella loro abitazione. Secondo l’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Gianfranco Colace, alla donna russa era stato richiesto di sottoporsi a umiliazioni e pratiche estreme. Al suo rifiuto, avrebbe raccontato ai carabinieri di essere stata aggredita: schiaffi, spinte, e poi bloccata a terra. Prima che riuscisse ad allontanarsi, la 33enne le avrebbe sottratto con la forza 400 euro dalla borsetta, somma che includeva anche il compenso precedentemente pattuito.
La vittima era infine riuscita a fuggire e a recarsi all’ospedale Santa Croce di Moncalieri, dove le sono state riscontrate contusioni multiple e una prognosi di cinque giorni.
Il commento dell’avvocato
Il legale della donna ucraina, l’avvocato Gianluca Visca, commenta la sentenza: «Siamo stupiti della decisione di cui attendiamo le motivazioni per procedere con l’appello. In questo caso di presunta rapina ci sono molte anomalie. Leggeremo come il tribunale risolva le prove emerse. Ad esempio, tanto per citarne una, stranissimo appare che la presunta rapinata non volesse lasciare l’appartamento nonostante l’invito ad andarsene e con tanto di taxi sotto casa per 40 minuti ad aspettare. Tutto confermato in dibattimento».