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 2025  aprile 10 Giovedì calendario

Il consiglio sospetto di Trump: cosa ha detto 3 ore prima del maxi rialzo a Wall Street

"Adesso è un momento grandioso per comprare!”. Una frase che fa discutere e sollevare più di un sopracciglio. L’ha scritta Donald Trump, nero su bianco, sul proprio social Truth. Camilla Conti spiega su il Giornale che siamo in presenza del più grande aggiotaggio di tutta la storia. La verità è che tre ore dopo quella frase (l’invito a comprare) arriva la notizia, che già era circolata nei giorni scorsi ma che la Casa Bianca aveva smentito: i dazi contro tutti i paesi del mondo, tranne la Cina, sono stati sospesi per 90 giorni. Ovviamente la borsa americana è schizzata in alto, facendo registrare rialzi senza precedenti dei titoli.
Gli unici che, per il momento restano colpiti sono i cinesi, che ovviamente non la prendono bene: “Spinti da interessi personali gli Usa hanno trasformato i dazi in un’arma per esercitare pressioni estreme e ottenere guadagni egoistici”, ha detto la portavoce del ministero del Commercio cinese, He Yongqian. “Pressioni, minacce e coercizione non sono il modo giusto per trattare con la Cina”, ha aggiunto. Ma Pechino ha già pronto il proprio bazooka, come spiega bene Marcello Zacché su il Giornale.
Ma torniamo alla mossa di Trump. L’accusa è di aver manipolato il mercato. Il problema è che un’azione del genere è punita se a commetterla è il ceo di un’azienda. Se invece arriva da un politico, ancorché il capo di un Paese, il discorso si fa più difficile. La stranezza, diciamo così, è che l’invito-consiglio di Trump a comprare è arrivato da uno che, a tutti gli effetti, aveva il potere di decidere quello che, da lì a poco, sarebbe avvenuto. E chi ha auto la prontezza di seguire l’invito del presidente alla fine ha guadagnato parecchio. Complessivamente l’S&P ha guadagnato 5400 miliardi di ricapitalizzazione.
Alcuni osservano che, al di là dei facili entusiasmi, alla fine Trump ha dovuto cedere alle pressioni dei mercati. E in effetti due giorni prima, lunedì, la Casa Bianca aveva seccamente smentito l’ipotesi di una sospensione dei dazi, anticipata da Bloomberg, salvo poi la clamorosa retromarcia 48 ore dopo. Era tutto vero, dunque, e Bloomberg non aveva tirato a indovinare. L’unica cosa che non sappiamo, e forse non potremo mai sapere, è se il “giochino” sia stato deciso a tavolino o meno.
Alla fine anche Trump ci ha guadagnato. Le azioni di Trump Media & Technology Group, l’azienda che possiede il social Truth, mercoledì hanno fatto registrare il 21%. Se teniamo conto che la famiglia del presidente detiene il 53% delle azioni e che, come anticipato pochi giorni fa, in futuro potrà mettere sul mercato una parte, nelle mani della famiglia del tycoon il “mercoledì da leoni” ha fruttato qualcosa come 2,2 miliardi di dollari. Che non sono proprio bruscolini.
Che dietro alla marcia indietro dei dazi, con conseguente impennata delle borse, possa esserci stato qualcosa di anomalo è convinto il senatore democratico Adam Schiff, che ha invitato il Congresso a indagare sull’ipotesi di insider trading o manipolazione del mercato. E sospetti molto simili li hanno anche il senatore democratico della Virginia Tim Kaine e la senatrice del Minnesota Tina Smith.