repubblica.it, 9 aprile 2025
Alessandro Coatti ucciso con le modalità dei gruppi paramilitari. L’ipotesi di una trappola
Il capo della polizia metropolitana di Santa Marta ha pochi dubbi. Quello di Alessandro Coatti “è un delitto atipico, certamente preorganizzato e dal valore simbolico”, dice il colonnello Jaime Ríos Puerto. Ma quello che manca è il movente che, in queste primissime fasi dell’indagine, la polizia sta cercando anche nel pc, nelle chat e nei contatti del ricercatore italiano trovato morto domenica nella cittadina colombiana dove era arrivato appena tre giorni prima.
Questa mattina i resti di Coatti, ritrovati in tre luoghi diversi, sono stati pietosamente ricomposti nell’obitorio di Santa Marta dove è avvenuto il riconoscimento ufficiale. E il pool di investigatori colombiano che si sta occupando delle indagini non ha dubbi che le modalità dell’omicidio siano quelle proprie dei gruppi paramilitari, che controllano buona parte della Regione e che, nell’ultimo anno hanno firmato almeno tredici omicidi con le stesse modalità. Solo che le vittime erano tutte colombiane e il movente in qualche modo riconducibile agli affari della criminalità organizzata. Mai però era capitato che a un cittadino straniero fosse riservato un destino così orribile.
La trappola
Escluso il coinvolgimento di Coatti in qualsiasi questione di droga o di reati di altro genere, le prime testimonianze raccolte dagli investigatori aprono ad altre ipotesi, tutte ancora assai vaghe, che conducono ad una trappola che potrebbe essere stata tesa al ricercatore da qualche esponente delle bande criminali locali a cui, evidentemente in maniera del tutto involontario, Alessandro Coatti avrebbe potuto dare fastidio. Qualcuno avanza l’ipotesi di delitto passionale. “Sono in corso gli accertamenti su telecamere, registri delle chiamate, pagamenti elettronici e tutti i contatti che potrebbe aver avuto da quando è arrivato in Colombia – spiegano fonti investigative locali – La sfida è ricostruire il suo percorso e scoprire se è stato vittima di una trappola o se si è trovato involontariamente in una situazione pericolosa. E anche se in questo sia coinvolta una donna”.
Le ultime tracce
Ad Alfonsine, intanto, i genitori di Coatti restano in attesa di notizie. Questa mattina hanno consegnato ai carabinieri il pc di casa dal quale, tramite un’applicazione, riuscivano a geolocalizzare Alessandro durante le loro conversazioni. Uno strumento utile per ricostruire gli ultimi spostamenti del ricercatore, le cui tracce – al momento – si perdono sabato all’interno dell’area metropolitana di Santa Marta.