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 2025  aprile 09 Mercoledì calendario

Rutte: «Serve relazione più intensa tra Giappone e Nato». Il progetto del caccia di sesta generazione e il ruolo dell’Italia

«In un mondo sempre più pericoloso è necessaria una relazione più intensa fra la Nato e il Giappone». A porre l’accento su questo aspetto è stato nelle ultime ore il segretario generale della Nato, Mark Rutte. L’occasione è stata fornita da un incontro con il ministro della difesa giapponese a Tokyo. «L’invasione della Russia in Ucraina – ha aggiunto Rutte – mostra che non possiamo dare per certa la nostra sicurezza, che è indivisibile, poiché quel che accade nell’Indo-Pacifico impatta la regione transatlantica e viceversa». Il segretario ha sottolineato che andrà anche aumentata la cooperazione nell’industria della difesa.
Il progetto Gcap
Un ambito in cui questo dialogo è già realtà è quello del Gcap (Global Combat Air Programm), ovvero il caccia di sesta generazione. È un progetto che coinvolge due paesi che fanno parte dell’Alleanza atlantica, il Regno Unito e l’Italia e, appunto, il Giappone. Il programma di collaborazione internazionale punta a sviluppare un sistema aereo di nuova generazione entro il 2035. L’italiana Leonardo è partner strategico insieme alla britannica BAE Systems e alla giapponese Mitsubishi Heavy Industries. Si tratta di una joint venture paritetica (ciascuno detiene il 33,3 per cento). L’industria nazionale vede coinvolte al fianco di Leonardo altre aziende leader del settore come Avio Aero, Elettronica e MBDA Italia e le filiere ad esse connesse (università, centri di ricerca, PMI e start-up).
Il “sistema dei sistemi”
Il futuro sistema aereo da combattimento, che gli addetti ai lavori hanno battezzato il “sistema dei sistemi”, opererà nei cinque domini, aria, terra, mare, spazio e cyber, secondo una struttura stellare nella quale il fighter di nuova generazione sarà la “core platform” connessa con altri “sistemi” periferici, pilotati e non pilotati.
Il crescente allineamento del Giappone con l’Alleanza atlantica e la cooperazione nell’Indo Pacifico
Il Gcap, sottolineano Alessandro Marrone e Michele Nones in un recente approfondimento dell’Istituto affari internazionali (“La nuova partnership tra Italia, Regno Unito e Giappone sul Global Combat Air Programme”) ha «ampie implicazioni geopolitiche, in particolare nel plasmare le dinamiche trilaterali tra Regno Unito, Italia e Giappone. Mentre i primi due stati condividono l’appartenenza alla Nato, il crescente allineamento del Giappone con l’Alleanza atlantica e il rafforzamento dei legami bilaterali con entrambi i Paesi riflettono l’importanza sempre maggiore della cooperazione sulla sicurezza nell’Indo-Pacifico. Il programma richiede compatibilità con gli standard Nato integrando allo stesso tempo i requisiti specifici dei suoi soci fondatori, aggiungendo così ulteriore complessità alla sua gestione».
La partecipazione dell’Italia nell’esercitazione Rising Sun 2024 in Giappone
Il report spiega che «il principale focus geopolitico di Roma rimane il cosiddetto “Mediterraneo allargato”, ma il coinvolgimento di Tokyo nel Gcap amplia la sua prospettiva strategica verso l’Indo-Pacifico. Tale ampliamento viene rafforzato con una maggiore cooperazione militare interregionale, inclusa la partecipazione dell’Italia nell’esercitazione Rising Sun 2024 in Giappone. La natura tripartita del Gcap inoltre supporta indirettamente l’interesse crescente della Nato per la cooperazione nell’Indo-Pacifico e contribuisce ad avvicinare Tokyo all’Europa nel settore della difesa, come sottolineato anche dal nuovo status di osservatore del Giappone nel progetto Eurodrone».
Con questo progetto relazioni bilaterali più solide tra Italia e Giappone
«Il Gcap – si legge ancora nel documento – ha portato alla maturazione di relazioni bilaterali più solide, in particolare tra Italia e Giappone che prima di questa iniziativa avevano una limitata cooperazione nell’ambito della difesa. Roma e Londra vantano una lunga storia di progetti congiunti, supportati da aziende con una presenza in entrambi i Paesi come Leonardo e Mbda, mentre la partecipazione del Giappone segna un cambiamento strategico nell’approccio nipponico alla collaborazione internazionale nella difesa. Il rafforzamento di questi legami evidenzia l’importanza del Gcap non solo per lo sviluppo di un caccia di nuova generazione, ma anche per il ruolo di Regno Unito, Italia e Giappone come attori chiave nel plasmare il futuro delle capacità nel combattimento aereo».
Nel lungo periodo il Gcap sostituirà l’Eurofighter
Come si concilierà il Gcap con gli altri caccia? Nel report Iai viene spiegato che «sarà complementare per un certo periodo alle piattaforme in servizio quali Eurofighter e F-35, mentre nel lungo periodo sostituirà la prima. L’Italia – viene ricordato nel documento – ha acquistato un totale di 118 Eurofighter, comprese le nuove varianti della Tranche 4 da poco ordinate, che rimarranno in servizio fino agli anni ’60 di questo secolo e saranno interoperabili con il Gcap. La flotta italiana di F-35 è in espansione, con piani per operare un totale di 115 aerei, aumentando la padronanza italiana delle tattiche basate sulla bassa osservabilità. Intorno al 2040, l’Aeronautica Militare probabilmente opererà oltre 180 tra F-35 e Eurofighter aggiornati, in concomitanza con l’introduzione del Gcap, consolidando la sua posizione come una delle forze aeree più avanzate d’Europa. Tuttavia, l’Italia – viene messo in evidenza – è indietro rispetto agli Ucas (i velivoli da combattimento senza pilota, uncrewed combat aerial systems, ndr)
, un divario che il Gcap potrebbe aiutare a colmare attraverso lo sviluppo dei sistemi ausiliari della piattaforma principale».