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 2025  aprile 09 Mercoledì calendario

Germania, accordo tra Cdu-Csu ed Spd sul programma di Governo

Appena 45 giorni dopo il voto del 23 febbraio, l’Unione Cdu-Csu e i socialdemocratici della Spd hanno raggiunto l’accordo di coalizione che darà alla Germania un nuovo Governo, guidato dal leader conservatore Friedrich Merz. L’intesa programmatica sarà sottoposta a referendum dalla Spd, che chiamerà a votare i suoi iscritti. Nella Cdu deciderà un’assemblea di partito, per la Csu si esprimerà solo la direzione. A inizio maggio, Merz potrebbe presentarsi al Bundestag per ottenere la fiducia e avviare il mandato di Governo.
Tempi stretti
Il futuro cancelliere voleva un accordo prima di Pasqua e l’ha ottenuto: la congiuntura internazionale, con la svolta anti europea nella politica estera e commerciale della Casa Bianca, non consente tentennamenti a Berlino. Come pure la lunga stagnazione economica, che potrebbe peggiorare a causa dei dazi di Donald Trump. Nei giorni scorsi, Merz ha affermato che il caos provocato dal protezionismo Usa sui mercati finanziari (la correzione della Borsa di Francoforte è stata violenta) rende ancora più importante formare rapidamente un Esecutivo.
Negoziati così rapidi non si vedevano dagli anni ’90 e dall’inizio degli anni 2000, quando passava solo un mese tra le elezioni parlamentari e un accordo di Governo. L’Esecutivo della coalizione Semaforo, tra Spd, Verdi e Fdp (il cui crollo ha portato al voto anticipato) si era formato in 73 giorni. Nel 2013, quando l’Europa era ancora alle prese con gli strascichi della crisi del debito sovrano, i partiti impiegarono 86 giorni per darsi un Governo. Nel 2017 ce ne vollero 171.
Le misure e i ministri
Il programma verrà illustrato nel pomeriggio in conferenza stampa. L’ultimo ostacolo da superare è stato quello delle tasse. Per le imprese sarebbero previste inizialmente agevolazioni sugli ammortamenti degli investimenti. In seguito, l’imposta sulle società dovrebbe diminuire, a partire dal 2028 e in cinque fasi, fino al 10%.
Sgravi sarebbero previsti anche sull’imposta sulle persone fisiche, per i redditi piccoli o medi, con esenzioni sugli straordinari. Resterebbe in vigore la tassa di solidarietà, introdotta dopo la riunificazione e ancora applicata sui redditi più alti e che ha appena passato il vaglio di legittimità della Corte costituzionale.
Quanto alla distribuzione dei ministeri, la Cdu avrà sette ministri, la Csu tre, la Spd cinque. La Cdu dovrebbe prendere gli Esteri, per la prima volta dopo quasi 60 anni, e la Csu gli Interni. Finanze, Difesa, Giustizia e Lavoro dovrebbero andare alla Spd. Lars Klingbeil, co-leader dei socialdemocratici, dovrebbe diventare vicecancelliere ed ereditare le Finanze dal collega di partito Jörg Kukies. Boris Pistorius, il politico più popolare in Germania in assoluto, dovrebbe restare alla Difesa.
Lo Schuldenpaket
Prima ancora di portare a un accordo di Governo, l’intesa tra Unione e Spd ha impresso una svolta storica in Germania, con le riforme costituzionali varate a tempi di record in collaborazione con i Verdi, che permettono di sbloccare centinaia di miliardi di investimenti nelle infrastrutture e nelle difesa. Le eccezioni al vincolo del freno al debito sono state approvate già nel vecchio Bundestag, meno di un mese dopo il voto del 23 febbraio.
Lo Schuldenpaket (pacchetto del debito), come i media tedeschi hanno ribattezzato l’ambizioso programma di spesa, può trasformarsi in mille miliardi di investimenti pubblici in 12 anni, a seconda di quanto Berlino destinerà alla difesa. Il debito pubblico è proiettato verso l’80% del Pil e oltre, dal 63% attuale.
L’accordo sullo Schuldenpaket, raggiunto quando i negoziati di coalizione erano appena iniziati, ha semplificato l’intesa sul programma: messe fuori bilancio le spese per infrastrutture e difesa, si sono liberate risorse per gli altri dossier economici. Un patrimonio ingente, e una pari responsabilità, da amministrare per portare la Germania fuori dalla crisi economica e per riconquistare consensi elettorali.

Quella appena siglata è la quarta coalizione nero-rossa dal 2005, la quinta del dopoguerra. Questa volta, però, non si può parlare davvero di una “Grande coalizione”: al Bundestag le due formazioni hanno 328 deputati e una maggioranza di appena 13 seggi.
Consensi in calo
La Cdu-Csu è uscita dalle urne del 23 febbraio come primo partito in Germania, ma con il secondo peggior risultato dal 1949, al 28,5% (208 seggi), e sta perdendo terreno, tanto che Alternative für Deutschland ormai la affianca in un testa a testa al 25-24% dei consensi. Nell’ultimo sondaggio dell’istituto Ipsos, è addirittura avanti di un punto. «Per la prima volta, secondo i sondaggi, l’Afd è il partito più forte in Germania! I cittadini vogliono un cambiamento politico e non una coalizione del tipo”tutto come al solito” tra Cdu-Csu e Spd!», ha commentato la co-leader del partito Alice Weidel. L’ultradestra ha conquistato il 20,8% dei voti a febbraio ed è la seconda forza alla Camera, con 152 seggi.
In calo anche il gradimento del prossimo premier: secondo un’indagine dell’istituto Forsa, il 60% degli intervistati ritiene che Merz non è adatto per essere cancelliere. Tra gli stessi elettori della Cdu-Csu, la pensa in questo modo il 28%.
La Spd è addirittura reduce dal peggior risultato mai registrato in una elezione, con il 16,4% dei voti e 120 seggi. La coalizione nero-rossa è diventata possibile solo perché l’Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw) e i liberali non sono riusciti a entrare nel Bundestag, altrimenti sarebbe stato necessario coinvolgere un terzo partner e le cose sarebbero state ancora più complicate. Bsw ha mancato la soglia di sbarramento del 5% per poco più di 13mila voti.