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 2025  aprile 09 Mercoledì calendario

Gli ucraini non credono più in Trump Cresce il rischio dell’antiamericanismo

«Ero un po’ sarcastico quando l’ho detto», ha ammesso a metà marzo Donald Trump in un’intervista tv, mentre gli veniva ricordato di essersi vantato più volte, in campagna elettorale, di poter mettere fine alla guerra in Ucraina in 24 ore. A quasi ottanta giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, il conflitto prosegue e i contatti tra Stati Uniti e Russia restano dagli esiti poco prevedibili anche agli occhi degli analisti più fini (di «relazioni portate sulle montagne russe» ha parlato, ad esempio, lo storico corrispondente della Bbc da Mosca, Steve Rosenberg).
Mentre piovono bombe, c’è chi prova a misurare il grado di fiducia riposta dagli ucraini nell’operato del nuovo presidente americano. A inizio aprile sono stati diffusi i risultati di due recenti sondaggi condotti con interviste telefoniche a circa duemila persone in una prima fase, poi a poco più di 1.300 in una seconda tornata, tra il 14 febbraio e il 22 marzo dall’International institute of sociology di Kiev (Kiis). Da precedenti rilevazioni emergeva che a fine 2024 il 54% degli ucraini riteneva che l’imminente ritorno del neoeletto Donald Trump alla Casa Bianca fosse positivo per l’Ucraina. A marzo, solo il 19% la pensava ancora così. La percentuale di chi vede come negativa la sua presidenza tocca ora il 73%.
Da tre anni l’istituto monitora la percezione della popolazione ucraina rispetto alla politica europea e a quella degli Stati Uniti nel Paese, da principio indagando i giudizi sul «sostegno dell’Occidente», secondo una formulazione generica in cui si non distinguevano le posizioni di Bruxelles da quelle di Washington. Dalla serie storica delle risposte emerge un’interessante dinamica: osservando le rilevazioni che risalgono al primo anno di guerra, precisamente al settembre 2022, e le successive del febbraio 2024, il numero di coloro che credevano in un «serio» sostegno dell’«Occidente» e nel suo desiderio di una pace accettabile per l’Ucraina è diminuito dal 73% al 49%. Poi, negli ultimi sondaggi di febbraio e marzo del 2025, la percentuale è tornata ad aumentare, fino al 62%. I curatori dell’indagine provano a spiegare l’incremento di fiducia, pur in questa fase così incerta, supponendo che «ora gli ucraini intendono per Occidente principalmente l’Europa» e infatti i risultati relativi alla fiducia nel sostegno europeo coincidono quasi del tutto con i dati relativi al supporto più genericamente «occidentale».
Quando invece si osserva la percezione che gli ucraini hanno del solo operato di Washington, allora è tutta un’altra storia: secondo la rilevazione della seconda metà di marzo, il 67% del campione ritiene che gli Stati Uniti siano stanchi di Kiev, che il loro sostegno si stia indebolendo e che stiano operando pressioni per ottenere delle concessioni da dare alla Russia. È stato, infine, chiesto esplicitamente agli intervistati quale tipo di accordo per porre fine alla guerra pensano che l’Ucraina possa ottenere sotto la presidenza di Donald Trump: solo l’11% delle persone coinvolte a inizio marzo si aspetta una «pace abbastanza o del tutto equa», percentuale che a metà del mese ha visto un incremento, pur restando minoritaria (18%).
«Ci troviamo nel mezzo di una guerra sanguinosa, quindi per l’ucraino medio i cambiamenti nella retorica e nelle azioni dei funzionari statunitensi sono particolarmente dolorosi» ha dichiarato Anton Hrushetskyi, direttore esecutivo del Kiis. «Diversi osservatori sottolineano giustamente che gli eventi attuali potrebbero gettare le basi per un antiamericanismo in Ucraina. Anche prima del 2025 esisteva una certa delusione per le azioni degli Usa. L’amministrazione Trump sta ora decisamente cementando un’opinione di disapprovazione nei confronti degli Stati Uniti».