lastampa.it, 8 aprile 2025
Preside nega l’allattamento a una docente: lei continua a insegnare e viene sanzionata
Il caso è scoppiato nel Comune di Pontassieve, in provincia di Firenze. Una professoressa ha chiesto i permessi per allattamento che spettano alle neo-mamme ma, non ottenendo risposta, si è recata comunque a scuola per non lasciare scoperte le classi dove insegna. Per tutta risposta la preside, una volta accortasi che la docente non aveva usufruito della riduzione oraria per allattare il figlio, ha avviato contro di lei un provvedimento disciplinare. È la storia di una giovane docente precaria del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti Miriam Makeba (Cpia2) de Le Sieci, a Pontassieve.
Presidio di protesta
Quanto è successo è stato ricostruito dalla Flc Cgil fiorentina, che ora assiste la lavoratrice. A sostegno del suo caso c’è stato anche un presidio di protesta di lavoratori e lavoratrici, con operatori delle realtà di accoglienza della zona e anche numerose ospiti migranti dei centri di accoglienza. Perché la struttura dove insegna la donna è rivolta anche a stranieri e ragazzi in situazioni di disagio.
L’intervento della preside e la sanzione
Passati tre mesi, «soltanto agli inizi di gennaio la dirigente scolastica ha realizzato che la docente ha continuato a lavorare per il suo orario integrale e la accusa di averla volutamente tenuta all’oscuro del fatto. Nonostante l’insegnante, sostenuta dalla Flc Cgil, abbia ricostruito nel dettaglio come si fossero svolti i fatti, la dirigente scolastica è andata avanti per la sua strada e, invece di riconoscere le proprie mancanze, le ha comminato addirittura una sanzione disciplinare».
Le richieste dei sindacati
Dal presidio sono scaturite precise richieste, ha affermato Emanuele Rossi, segretario generale della Flc Cgil di Firenze. Alla dirigente scolastica «chiediamo di ritirare la sanzione disciplinare. All’Ufficio scolastico, che avevamo già informato dell’incresciosa situazione e con cui c’era già stato un incontro per tentare di aprire una fase di confronto e dialogo con la dirigente, chiediamo di intervenire. Ai Comuni del territorio chiediamo di interessarsi maggiormente alle vicende del Cpia».