ilfattoquotidiano.it, 8 aprile 2025
La Corea del Sud va a fuoco: 40mila ettari di terreno divorati per un “errore umano”. Ma è colpa della crisi climatica
È stato il peggior disastro che abbia mai colpito il Paese, il più grande incendio della sua storia e ora la Corea del Sud, con tutta la sua cenere, ci deve fare i conti. Gli incendi divampati il 21 marzo scorso, rimasti indomabili per giorni, hanno divorato 40mila ettari di terreno; seimila gli edifici in macerie a Uiseong, Sancheong, Andong e Ulsan. Distrutto il tempio di Gounsa e altri trenta siti culturali. Trenta le vittime e tra loro vigili del fuoco e militari, dispiegati per spegnere le fiamme che hanno costretto 27mila cittadini alla fuga.
La miccia dei fuochi è nata da errore umano. Cinque giorni fa si è scoperto che l’incendio è stato appiccato, involontariamente, da un uomo al cimitero di Uiseong: ha bruciato dei rami che pendevano sulle tombe dei parenti. Fatale è stata invece la combinazione di clima secco e venti forti per far propagare le fiamme di paese in paese. Per dare un’idea della dimensione della catastrofe, i media asiatici hanno usato questo esempio: è come se d’un colpo fosse scomparso l’80% della megalopoli di Seul. Secondo i ricercatori dell’Istituto nazionale di Scienze forestali ci vorrà un secolo per ripristinare l’ecosistema andato perduto: “Trent’anni per il ripristino strutturale e fino a cento per una completa stabilizzazione ecologica”, riporta il Korea Herald.
Foreste polverizzate, città annerite sono monito di una crisi che emerge in tutta la sua pericolosità. Il 2024 è stato l’anno più caldo che la Corea del Sud ricordi dagli anni ’70: a dirlo l’amministrazione meteorologica statale; negli ultimi due anni le temperature medie hanno registrato un salto improvviso di due gradi – da 12 a 14 gradi Celsius. Per Lee HanKyung, responsabile della divisione emergenze e sicurezza di Seul, “Questo incendio ha nuovamente esposto la dura realtà di una crisi climatica diversa da qualsiasi altra cosa avessimo mai sperimentato prima”. Sono 84 i miliardi di won donati finora per vittime e sfollati, ma il governo stima che i danni causati a terreno ed edifici ammontano a due trilioni di won, quasi un miliardo e mezzo di dollari – una cifra che è quasi pari alla somma di tutte le perdite di tutti gli incendi che il Paese ha subito negli ultimi trent’anni.
Negli ultimi dieci anni in Corea sono stati registrati il 38% di incendi in più rispetto al passato. Venti secchi, la mancanza di nevicate invernali e poi di precipitazioni che di solito si verificano in questa stagione, hanno fatto registrare nel 2024 244 incendi boschivi, un numero quasi tre volte superiore rispetto a quello dell’anno precedente. “Il cambiamento climatico causato dall’uomo ha amplificato in modo significativo il calore, intensificando ulteriormente i rischi di incendi nelle aree già alle prese con una grave siccità” hanno scritto i ricercatori di Climate Central.