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 2025  aprile 08 Martedì calendario

Riarmo, il centrosinistra si fa la guerra in un’Aula deserta

Nell’aula semideserta (nella foto) di un lunedì pomeriggio a Montecitorio va in scena – per pochi intimi – un paradossale show.
I partiti di centrosinistra, mentre la maggioranza assiste in silenzio, si azzannano e si prendono a male parole sui fondamentali della politica internazionale, a cominciare dal tema cruciale della difesa Ue. Giuseppe Conte continua nel suo tentativo (finora ben riuscito) di lanciare un’Opa sul partito di Elly Schlein. E dopo la manifestazione «pacifista» – ossia fondamentalmente anti-Europa – di sabato, alla quale il Pd si è docilmente prestato, con una sua delegazione, presenta una mozione contro il piano di riarmo Ue. Con l’unico obiettivo di stanare i dem, che cadono prontamente in trappola.
Ieri la ha fatta illustrare in aula dai suoi, con argomenti che farebbero invidia a un Aleksandr Dugin (il Rasputin del putinismo) alla quinta vodka: «I leader Ue sono pazzi invasati guerrafondai che per tenere il potere si inventano guerre alle porte. Mentre il conflitto ucraino ha imboccato un percorso di pace solo grazie a Trump», asserisce in aula un 5S. Una sua collega punta il dito contro la precedente amministrazione Usa: «La guerra tra Russia e Ucraina (che in verità è un’invasione russa dell’Ucraina, ma per i 5S questo è tabù, ndr) è nata perché gli Usa hanno usato Kiev come testa d’ariete per smembrare la Russia e vincere la guerra fredda».

A contrastare i distopici argomenti grillini è solo il partito di Carlo Calenda (che ha presentato una mozione dai contenuti opposti, a favore del piano di difesa Ue), con Federica Onori che attacca duramente la parata contiana di sabato: «La tv russa ne ha dato grande copertura, rallegrandosi. E non è la prima volta per i 5S. Non è certo un caso». Dai banchi contiani partono urla e insulti, la deputata di Azione non recede e li accusa di avere «un’agenda che molto spesso coincide con quella di dittatori come Putin». Si alza la rossoverde Luana Zanella e a sua volta attacca Onori: «Mi fa impressione che una donna prenda le distanze dalla piazza della pace». E il Pd? Galleggia incerto nel mezzo: non ha ancora presentato una sua mozione (il responsabile Esteri di Schlein Peppe sta freneticamente limando un testo che non spacchi i parlamentari tra filo-Ue e filo-russi) e non riesce a prendere le distanze dalle posizioni pro-Trump e anti-Ue dei 5S.
Tocca al dem Stefano Graziano di giurare di essere a favore della «difesa Ue» ma, al tempo stesso, contrario al piano di difesa Ue: «Va radicalmente cambiato perché la storia insegna che riarmarsi non ha mai portato bene». Poi accusa la maggioranza: «Ha tre posizioni diverse». Quante ne avrà l’opposizione nel voto della settimana prossima?