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 2025  aprile 07 Lunedì calendario

Liliana Resinovich, parla l’avvocato del marito Sebastiano Visintin: «Lo indaghino, chiariremo tutto. Ma lui smetta di andare in tv»


Avvocato Paolo Bevilacqua, lei difende Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, il suo cliente è indagato per la morte di Liliana?
«Sostanzialmente lo è sempre stato, formalmente non mi risulta».
Sostanzialmente in che senso?
«Dal punto di vista mediatico è indagato da quando è scoppiato il caso e sono più di tre anni. La vox populi è quella».
Dal punto di vista formale, il fatto che a lei non risulti non significa però che non lo sia. La Procura non è tenuta a informarvi se voi non lo chiedete…
«Certo, e noi al momento non l’abbiamo chiesto. Ma se vogliono interrogarlo o fare qualche accertamento tecnico non ripetibile o, che ne so, una perquisizione o un sequestro lo devono iscrivere, e questo al momento non è successo. Ma le dirò di più: io auspico che venga indagato».
Perché?
«Perché così la pressione mediatica scende e lui forse la smetterà di andare in tv a dire sciocchezze. Io gli ho sempre detto di lasciar perdere perché può essere solo controproducente. Anche se sei innocente nel momento in cui vieni sottoposto, come è successo, a mille domande, ti può scappare lo svarione, la contraddizione, anche solo per stanchezza, e quelle parole poi possono essere usate contro di te. E infatti è successo».
Cioè?
«È finito a processo per diffamazione e non sarà l’unico. L’hanno querelato i vicini di casa, l’ha querelato anche Claudio Sterpin (l’amico del cuore di Liliana, ndr), Visintin invece non ha mai querelato nessuno. Ci ritroviamo a doverci difendere e potevano benissimo evitarlo. Anche perché il mio studio non è che si deve occupare solo di questa vicenda. E devo dire che in quarant’anni di professione una cosa del genere non mi era mai successa».
Qualcuno ha notato che dopo l’ultima svolta del caso, con la consulenza Cattaneo che esclude il suicidio, Visintin appare meno in tv. Perché?
«Perché gliel’ho imposto: o così o ti mollo. Non tollero la spettacolarizzazione, questa folle mediaticità, non è il mio mondo, sarò fatto anche all’antica ma penso che i processi si debbano celebrare nelle sedi deputate. Mi reputo un artigiano del diritto, abituato al confronto in aula, non in tv. Qui invece c’è un’udienza televisiva al giorno».
E in effetti l’avvocato Bevilacqua, «artigiano» cassazionista del diritto che difende Visintin con la figlia Alice, interviene molto di rado. Un’assenza ampiamente compensata dal suo cliente.
Visintin dice che ci va perché non ha nulla da nascondere e per confrontarsi con chi si occupa del caso perché magari può essere utile per arrivare a una verità. È così?
«Certamente non lo fa per soldi. Quanto alla sovraesposizione che proverebbe che non ha nulla da nascondere, al di là del fatto che è la verità, i maliziosi potrebbero pensare anche il contrario: che lo fa proprio per far sembrare questo, come se fosse una strategia. Ma in questo caso, mi permetta, sarebbe davvero un grande attore, a reggere la parte per anni».
In diretta lui e Sterpin, l’amico del cuore di Liliana, se ne son dette di tutti i colori: «Per me tu non la racconti giusta». «Ma ti dico che non sono stato io…»
«Grottesco, francamente non seguo. Ma poi sono sempre le stesse cose».
Riconoscerà che le tv hanno avuto un ruolo decisivo nella riapertura del caso. Non fosse stato per questi giornalisti sarebbe stato tutto archiviato
«Purtroppo sì e dico purtroppo perché per me il caso non doveva essere riaperto».
Chi è l’assassino?
«Io penso che potrebbe non esserci un assassino. Per me ci sta il suicidio, per quanto anomalo sia stato».
L’ultima perizia sembra escluderlo. Le ferite sul corpo di Liliana?
«Compatibili con una caduta… D’altra parte, i primi medici legali avevano concluso per il suicidio. Se fossi il magistrato disporrei una superperizia che valuti tutte le altre e il materiale a disposizione. Perché siamo di fronte a consulenti che la pensano in maniera diversa. E non essendoci nulla di nuovo sotto il sole necessita qualcuno che sbrogli la matassa».
Nel frattempo ci sarà questo processo per diffamazione che potrebbe svelare alcune vicende portandole in aula, come piace a lei
«Onestamente speravo non si facesse ma visto che il giudice ha deciso diversamente, siamo a processo, e allora ci difenderemo con forza. Siamo stati chiamati alla battaglia e battaglia sia... ci sarà qualche sorpresa».