la Repubblica, 7 aprile 2025
L’Italia spaccata sui centri in Albania, ma vincono i no
C’è molto dibattito intorno ai Centri per il rimpatrio, i Cpr, destinati ai cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno in attesa del rimpatrio.
D’altra parte, la questione degli immigrati, in passato, ha costituito un argomento di polemica. Alimentato, anzitutto e soprattutto, da destra. In particolare, dalla Lega. Con riferimento particolare agli immigrati che provengono dall’Africa.
Anche se circa metà dei cittadini stranieri residenti in Italia sono europei. E provengono dai Paesi dell’Est. Peraltro, costituiscono la principale base del mercato del lavoro operaio, in Italia.
Comunque, insufficiente, se, negli scorsi mesi, Confindustria ha allertato il governo sulla necessità di allargare questo settore del mercato del lavoro. In quanto c’è bisogno almeno di 120 mila immigrati in più all’anno «o si blocca il mercato del lavoro». E, quindi, l’economia del Paese.
Questo tema, tuttavia, oggi non sembra scaldare particolarmente il clima politico del Paese. A differenza di un tempo.
Non è tema prioritario
Nell’Atlante Politico curato da Demos nello scorso mese di settembre 2024, la quota di cittadini che inseriva l’immigrazione fra i primi due motivi di preoccupazione appare, invece, molto limitata: 13%. E solo il 6% la definisce come questione prioritaria.
Mentre i maggiori timori si rivolgono altrove. Verso altri argomenti. La sanità, anzitutto. E, quindi, il reddito e i problemi economici.
La questione degli immigrati, comunque, continua a generare incertezza. E spiega la scelta del governo di costruire e utilizzare i Cpr in Albania. In attesa del rimpatrio. Un tema che, oggi, divide gli italiani. In misura pressoché eguale.
Anche se la quota di persone che si dicono contrarie è un po’ più ampia. Ma, appunto, solo un po’: 52%. Mentre fra coloro che si dicono favorevoli si ferma al 46%. Dunque: di poco sotto.
La distinzione politica
La principale distinzione, com’era prevedibile, è “politica”. Riflette la diversa appartenenza politica e di partito dei cittadini intervistati. Il grado di consenso, infatti, cala progressivamente e sensibilmente da destra verso sinistra. Tocca il livello più elevato – e quasi “totale” – fra gli elettori che si collocano a destra. In particolare, tra coloro che si dicono vicini alla Lega di Matteo Salvini: 84%.
D’altra parte, si tratta del soggetto politico che ha associato la propria immagine alla “paura”, oltre che all’ostilità, nei confronti dello straniero. Un tema che ha permesso al partito di andare oltre i confini del Nord. Affermandosi come “Lega Nazionale”, perché la difesa dell’identità e degli interessi del territorio non ha confini. Come la “paura degli altri”.
Ma il sostegno al progetto di spostare lontano dai nostri confini coloro che li hanno varcati e superati, per sfuggire da una condizione critica, partendo prevalentemente dai Paesi dell’Africa, appare ampio anche nella base dei FdI: 77%.
D’altra parte, il progetto è stato fortemente sostenuto da Giorgia Meloni, attraverso il suo legame personale con il primo ministro albanese Edi Rama. Ma il consenso verso l’iniziativa è rilevante anche tra chi simpatizza per Forza Italia: 72%.
Il terzo polo
Questo “sentimento”, inoltre, risulta maggioritario fra gli elettori che si riconoscono nel Terzo Polo. E si dicono vicini a Italia Viva e Azione.
Più limitata, ma comunque estesa, è la domanda di tenere lontani da noi gli stranieri fra chi si dichiara vicino al M5s e a +Europa. Mentre lo stesso orientamento si riduce ulteriormente nella base del Pd e dell’Alleanza Verdi-Sinistra. Fra i quali coinvolge, comunque, un terzo dei simpatizzanti.
Tuttavia, appare diffuso l’atteggiamento favorevole alla gestione dell’immigrazione irregolare dimostrata dal governo. Per quanto ampia, la disapprovazione coinvolge una parte di cittadini comunque “minoritaria”: il 37%. Mentre il 41% pensa che non sia cambiato nulla, rispetto al passato. E il 20% che la situazione sia perfino migliorata.
La percezione sociale
L’Albania, per questo, appare una sponda “meno lontana” di quanto emerge dal dibattito politico. E nella percezione sociale.
È divenuta una risposta all’inquietudine che pervade il nostro Paese. Perché gli immigrati sono ancora “un” problema. Ma hanno smesso di costituire “il” problema. Come un tempo. Rappresentano e interpretano, infatti, la “paura degli altri”, del mondo che incombe su di noi. Un sentimento che supera i confini politici, oltre che territoriali.
E continua a marcare la nostra visione dello spazio, del tempo. Della vita. Ma oggi ci sono “altri problemi” ben più grandi, nel mondo, che (ci) fanno paura. Oltre i nostri confini.