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 2025  aprile 07 Lunedì calendario

“Non toccate il seno di Molly Malone”. Dublino protegge la statua simbolo

Dicono che porti fortuna. Adesso, però, non toccate più il seno di Molly Malone. Ossia la leggendaria pescivendola irlandese, protagonista di uno dei canti più popolari dell’isola e statua venerata da residenti locali e turisti a Dublino. Forse troppo. Perché tutti si fanno fotografare ogni volta di fianco a Molly, con le mani sul seno della statua, per invocare la buona sorte. Un rito così comune, da oramai un paio di decenni nella cultura popolare, che il petto della statua è ormai consunto e scolorito, con tutte quelle persone che toccano Molly Malone.
“Ma questa è violenza contro Malone, significa abusare di lei, ed è un comportamento sessista”, lamenta Tilly Cripwell, 23enne studentessa del vicino Trinity College della capitale irlandese e “busker” (cantante di strada) abituale nei pressi della statua della donna con il carrello. “In tutti questi mesi, ho visto comportamenti davvero disgustosi da parte di molte persone”, dichiara alla Bbc, “per questo ho lanciato la campagna per salvare la statua di Molly Malone”.
Ossia l’hashtag #LeaveMollymAlone”, con un gioco di parole che sta per “lasciate Molly in pace” e che nelle ultime settimane è diventato virale in Irlanda. In realtà, la campagna di Cripwell è iniziata l’anno scorso e alla fine la giovane l’ha spuntata: perché il comune di Dublino ha deciso, dal prossimo maggio, di lanciare un progetto pilota per proteggere la statua di bronzo, con alcuni “steward” (addetti) che vigileranno contro “comportamenti inappropriati”, come i palpeggiamenti del suo seno: “È una questione molto seria: permetteremmo una cosa del genere oggi su una donna in carne e ossa? Che messaggio lanciamo così al mondo?”, nota Ray Yeates, responsabile cultura del consiglio comunale della capitale irlandese.
Secondo le autorità locali, si tratta di una soluzione consona, dal costo di qualche migliaia di euro, a differenza di alternative molto più costose, come quella di spostare la statua all’interno di un museo o elevarla su un piedistallo per evitare di diventare preda di turisti e avventori. Inoltre, in futuro la statua sarà restaurata per restituire il suo colore naturale anche sul décolleté di Molly Malone, che secondo la leggenda si dice che fosse venditrice di crostacei e molluschi di giorno e, per qualcuno, prostituta di notte.In ogni caso, un simbolo assoluto di Dublino, tanto che persino nella celebre e malinconica canzone, il suo spirito aleggia sulla capitale d’Irlanda anche dopo la sua morte.
La scultura venne forgiata nel 1988 dall’artista Jeanne Rynhart per essere prima installata a Grafton Street, e poi trasferita nel sito attuale, a St Andrews street dietro l’omonima chiesa e poco lontano dall’università Trinity College, a causa della costruzione di una nuova linea del tram cittadino.“Jeanne, cugina di mio padre, si rivolterebbe nella tomba se vedesse così tante persone abusare della statua”, ha detto la storica ufficiale della città di Dublino Catherine Scuffil alla tv pubblica Rté, “la povera Molly, simbolo della nostra città, non merita di essere trattata così, perché rappresenta soprattutto le donne di Dublino e di tutto il mondo”. Ma molti non sono d’accordo con questa decisione “woke”, sui social e sui giornali. Come l’Irish Mirror, che ha scritto: “Molly Malone è una statua, non una persona, e i turisti vogliono solo farsi una risata. Perché dobbiamo vittimizzare sempre tutto?”.