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 2025  aprile 07 Lunedì calendario

Attiviste di Extinction Rebellion denunciano questure di Brescia e Roma: “Spogliate e umiliate"

Le attiviste di “Extinction Rebellion” presentano due denunce nei confronti della questure di Roma e di Brescia per “sequestro di persona, perquisizioni degradanti e arbitrarie e violenza privata”. Sono firmate dal pool di avvocati che segue il movimento, tra cui il legale Gilberto Pagani.
Le denunce fanno riferimento a due episodi. In particolare, la manifestazione del gennaio 2025 davanti ai cancelli della Leonardo spa di Brescia, in cui 17 persone sono state portate in Questura e alcune manifestanti sono “state fatte spogliare integralmente”. Un caso che ha creato polemiche. Nel mirino dei legali anche il sit-in del novembre 2024 in piazza del Viminale, a Roma, “in cui 5 persone erano state prelevate con la forza e rinchiuse nell’Ufficio Immigrazioni della Questura per 10 ore”, come si legge in un comunicato stampa del movimento ambientalista.
"Far spogliare le attiviste una pratica umiliante"
Extinction Rebellion, in un lungo comunicato stampa, si concentra sui fatti di Brescia, avvenuti il 13 gennaio 2025. Quel giorno c’è una manifestazione davanti alla sede di Leonardo. Dopo lo sgombero, 17 manifestanti vengono portati in Questura, “trattenuti per 9 ore e privati dei propri oggetti personali (compresi farmaci e telefoni). Durante il fermo, era stato loro impedito di contattare i propri avvocati”. A scatenare le polemiche, quel giorno, anche alle donne viene “ordinato di spogliarsi completamente e di eseguire degli squat, una pratica umiliante prevista solo quando si abbia il legittimo sospetto che la persona nasconda armi o droga”, si legge ancora nel comunicato del movimento.
L’attivista: “Pensando a quei momenti provo rabbia”
"Mi hanno portato in una piccola stanza, c’erano un tavolo e una panchina. Mi hanno chiesto di spogliarmi, togliermi gli slip e piegarmi tre volte sulle gambe. Ero controllata pure in bagno”, ha raccontato a Repubblica Arianna, 21 anni, studentessa di Storia a Milano e attivista di Extinction Rebellion, che era alla manifestazione davanti alla sede di Leonardo: “Pensando a quei momenti provo rabbia. Ho visto che la Questura ha parlato di trattamento umano: mi chiedo quale sia. Ogni volta che andavo in bagno ero accompagnata da un’agente che mi controllava con la porta aperta”.
Gli avvocati: “Repressione"
"Come giuristi esprimiamo preoccupazione per l’inasprirsi delle prassi di intervento delle forze di polizia di fronte alle manifestazioni di dissenso, anche quando queste siano realizzate con modalità del tutto pacifiche e nonviolente – dichiarano gli avvocati di Extinction Rebellion -. Si tratta di una torsione del sistema in una direzione repressiva e volta a scoraggiare la libera manifestazione del pensiero, diritto fondamentale tutelato dalla nostra Carta costituzionale e da fonti di rango sovranazionale”. Dunque, “di fronte a queste gravi ingiustizie e al silenzio imbarazzante delle istituzioni, abbiamo deciso di avviare altre due azioni legali per difendere il diritto al dissenso pacifico e garantire il rispetto delle libertà fondamentali, sempre più a rischio in questo Paese”, conclude Extinction Rebellion.
La risposta della Questura: “Tutelata la dignità delle persone”
A stretto giro, a ridosso delle polemiche, con un comunicato stampa la polizia bresciana aveva confermato: “Nel corso delle singole perquisizioni, svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le procedure operative”.
I fatti di Roma: “Manifestanti prelevati con la forza”
Oltre all’episodio di Brescia, infatti, ce n’è un altro, avvenuto a Roma, per il quale viene presentata denuncia. Riguarda il sit-in del 22 novembre 2024 sotto il Ministero dell’Interno. Secondo la querela, “75 manifestanti furono prelevati con la forza e trasportati agli uffici della Questura di Roma. Il trasferimento in Questura è previsto solo in caso di impossibilità di identificazione, circostanza che non si verificava quel giorno dal momento che erano stati forniti i documenti di identità. Una volta in Questura, i manifestanti furono privati degli effetti personali, sottoposti a rilievi biometrici e trattenuti per dieci ore senza la redazione di alcun verbale che giustificasse quanto accaduto”.
"Il Decreto sicurezza antidemocratico"
Gli avvocati degli attivisti mettono in correlazione i fatti con il nuovo Decreto sicurezze. Le “torsioni” denunciate, dicono sono “in linea con le recentissime e gravissime involuzioni autoritarie ed antidemocratiche del decreto legge appena approvato che hanno determinato preoccupate prese di posizione, tra gli altri, del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa”.