Il Messaggero, 7 aprile 2025
Incel, i deliri nelle chat dei giovani che odiano le donne: «Ilaria e Sara? È colpa loro»
«Non era una santa», «Se l’è cercata», «Finalmente una Stacy in meno, non ci mancherà». È un abisso senza fine, il peggio che va oltre l’immaginazione, una valanga di odio che diventa normalità: parole che spezzano le coscienze ma che in un mondo sì parallelo ma reale vengono usate con una naturalezza sconcertante. Quelli che parlano e scrivono sono giovani, spesso giovanissimi, nascosti nel buio delle chat, nella fogna dei forum in cui la morte delle donne – a iniziare da quelle recentissime di Sara Campanella e Ilaria Sula – si raccontano come un momento da festeggiare e non come un dramma: «È una rivincita».
Non sembra vero ma è tutta realtà e per raccontarla bisogna fingersi uno di loro: un Incel, uno di quei ragazzi che dalle difficoltà di relazione con le donne sono passati all’odio: nick falso, poche domande e tanto coraggio, quello necessario per passare ore e ore a leggere nei canali dell’orrore e del delirio. Tra le pagine virtuali c’è il “Forum dei Brutti”, un sottobosco digitale dove le donne che vengono uccise sono «giustizia cosmica», dove gli idoli da venerare si chiamano Filippo Turetta e le donne sono definite delle “Np” ovvero “Non persone”. Un acronimo che già dice tutto. E non è un caso che la parola “donna” sia bandita, sostituita da sigle inventate per disumanizzare.
SARA E ILARIA
La cronaca degli ultimi giorni alimenta le discussioni. Si parla di Sara Campanella, che alle insistenze del collega, uno che forse tra gli Incel sarebbe di casa: «Una che scrive “Mi amo troppo per stare con chiunque” doveva essere un’esaltata della peggior specie. Non ci mancherà». Da Messina a Roma si ripercorre una dolorosa scia di sangue. E nei forum si esulta. Gli utenti sono pronti. Tastiere accese per avviare il “gioco delle valutazioni”, condividendo le foto delle vittime e chiedendo un giudizio agli spettatori di questo dibattito da brivido. Su Sara non fanno giri di parle: «Normocarina, nella media, 6+». Un altro utente replica: «Se smettesse di dire di no, e invece di frignare e di rifiutare chi ti vuole ci esci e stai zitta, staremmo tutti più in pace». L’escalation è immediata: «Rifiutava tutti i suoi spasimanti perché li voleva biondi, occhi azzurri. Non ci mancherà». Un altro ancora commenta: «Queste non persone non cambieranno mai. Se la vanno a cercare». E giù risate. Applausi e commenti irripetibili. Per l’assassino la giustificazione è unanime: «Uno che probabilmente aveva pure successo prima, poi ha trovato lei».
LE CHAT
“Il Forum dei Brutti” è la punta dell’iceberg. La manosfera (galassia online maschile che promuove misoginia, dominio maschile e odio verso il femminismo) prolifera su piattaforme come Telegram, Discord e Reddit, nascosta in canali segreti e profili camuffati. Come cellule dormienti, si risvegliano a ogni nuova notizia di cronaca. Ogni femminicidio è l’occasione per dibattere. Sul “voto estetico” della vittima. Sulle ragioni del killer. Sulla legittimità della vendetta. Sulle strategie per manipolare le donne. Una vera e propria università dell’odio, con manuali, terminologie incomprensibili ai più, e teorie pseudoscientifiche sull’inferiorità femminile. Si celebra la cosiddetta Redpill: la pillola rossa che dovrebbe rivelare agli uomini la “vera realtà”. Una realtà distorta in cui le donne, viste come manipolatrici, scelgono solo i “Chad”, gli uomini di successo, fisicamente attraenti, che monopolizzano le attenzioni femminili, e portano a scartare i cosiddetti “brutti” o “incel”. Ecco allora che il rifiuto non è più una dinamica relazionale, ma un affronto. E l’omicidio, un atto quasi rituale. In un altro post legato alla morte di Ilaria Sula, si legge: «Forse lo controllava, poverino».
GLI IDOLI
Ogni sottocultura ha i suoi eroi. Negli Stati Uniti ci sono Elliot Rodger, Alec Minassian, Jake Davison che hanno fatto stragi motivati da odio misogino. Nell’immaginario degli incel italiani invece c’è Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin. Un martire della friendzone, un innamorato che viene considerato non più di un amico, che ha fatto “giustizia” secondo le loro regole malate. Su di lui si scrive: «Eroe tragico, martire del sistema femminista». Per gli incel del forum anche Stefano Argetino ha tutta l’aria di essere uno di loro, per questo si scrive: «Nuovo Turetta o Chad ferito nell’orgoglio?». Il fenomeno di odio e violenza verso le donne non è un’emergenza isolata, ma un problema sistemico. Elisabetta Aldrovandi, consulente esterna presso la Commissione bicamerale d’inchiesta su Femminicidio alla Camera dei Deputati commenta sotto choc le follie degli Incel: «La possibilità di esprimere l’odio dietro la protezione di uno schermo, con nomi e profili falsi, tende a far uscire le peggiori esternazioni. L’incapacità di accettare un rifiuto, una delusione, è uno dei segnali di un comportamento pericoloso».