corriere.it, 6 aprile 2025
Prezzi alle stelle, olio d’oliva nel mirino della criminalità: sulle strade pugliesi gli assalti ai camion come quelli ai portavalori
C’è un pezzo di Puglia che si trasforma in un gigantesco forziere a cielo aperto. I suoi ulivi, i frantoi, i silos di stoccaggio: tutto ruota attorno a un prodotto che non è più solo il simbolo della dieta mediterranea, ma una vera e propria valuta. L’olio extravergine d’oliva, il cosiddetto “oro verde”, oggi si trasporta con la stessa cautela dei lingotti. E per una buona ragione: al litro può superare i 9 euro, e ogni carico vale decine, a volte centinaia di migliaia di euro. E proprio per questa ragione i tir carichi del prezioso prodotto finiscono nel mirino dei rapinatori, bande specializzate che utilizzano lo stesso copione paramilitare messo in atto per gli assalti ai furgoni portavalori.
L’ultimo caso è avvenuto nella provincia pugliese della Bat. Un tir, carico di venti pedane con numerose lattine di extravergine di oliva, proveniente da Andria e diretto ad una azienda di San Ferdinando di Puglia, lungo la statale 170, è stato assaltato da una banda di cinque uomini armati che hanno agito con modalità paramilitari. Secondo il racconto del camionista, un 41enne serbo, il tir è stato affiancato da un suv di grossa cilindrata.
I banditi, a volto coperto, hanno esploso colpi d’arma da fuoco per costringerlo a fermarsi. Mentre uno di loro si metteva alla guida del camion, gli altri hanno sequestrato l’autotrasportatore e lo hanno caricato a bordo del fuoristrada. Il mezzo è stato ritrovato ore dopo nelle campagne di Corato, completamente svuotato. L’autista, provato ma illeso, era accanto al veicolo abbandonato. Un colpo studiato nei minimi dettagli, che lascia pensare a un’azione su commissione. Gli investigatori sono convinti che la banda avesse informazioni precise sul tragitto, sul tipo di merce trasportata e sul destinatario finale. Un piano messo in atto con tempismo perfetto, che alimenta il sospetto di una rete ben organizzata alle spalle.
Ma non si tratta un caso isolato. A dispetto di un apparente calo negli ultimi anni, i furti e gli assalti ai carichi di olio tornano ciclicamente a colpire la Puglia e, in particolare, Andria, considerata da sempre una delle capitali nazionali dell’olio extravergine. Nell’aprile del 2024, ad esempio, un’azione criminale fu sventata in extremis dalle Guardie campestri in un oleificio della periferia andriese. E nel dicembre 2020 un altro tir carico d’olio venne assaltato sulla provinciale Andria-Bisceglie.
Da allora, le misure di sicurezza erano state rafforzate: controlli sul territorio, pattugliamenti, persino l’impiego di vigilanza privata per scortare i trasporti più importanti. Perché in Puglia oggi capita che i carichi di olio vengano scortati da guardie giurate, come accade per i portavalori. Un’anomalia solo in apparenza. Se ogni pedana trasportata vale migliaia di euro e se l’olio può essere facilmente rivenduto o reimmesso in circuiti paralleli, diventa evidente che si tratta di una merce “ad alta vulnerabilità”.
L’extravergine è diventato un asset strategico, e come tale andrebbe trattato. Ma mentre il valore del prodotto cresce resta fragile la rete di protezione attorno a una filiera che dà lavoro a migliaia di persone. L’ultimo assalto di è lo specchio di un territorio in cui agricoltura e criminalità si sfiorano troppo spesso. Di un prodotto che, da risorsa, rischia di diventare bottino.