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 2025  aprile 06 Domenica calendario

Intervista a Gabriella Carlucci

Doppia laurea: era una secchiona?
«Colpa di Milly che prendeva tutti 10. Per non sfigurare mi impegnavo al massimo».
Delle tre sorelle Carlucci, Gabriella, 66 anni, è quella di mezzo, prima di Anna.
Il Trio Lopez-Marchesini-Solenghi vi fece un’immortale parodia a Sanremo ‘89.
«Divertente ma giurammo: mai più in tv tutte insieme».

A lei andò già bene, impersonata dalla Marchesini, ad Anna toccarono i baffoni di Massimo Lopez.
«Eh. Da allora evitiamo di prestare il fianco».
Raccomandate da Paolo Cirino Pomicino, si diceva.
«Un vecchio amico di famiglia, già da ragazzine lo avremo incontrato mille volte. Milly sta lì da 40 anni, con merito. Non mi sembra che avesse necessità di spinte. Ha fatto tutto da sola, come me».
Cominciò a «Portobello».
«Inviata speciale, in giro per il mondo. Enzo Tortora mi scelse perché non mi spaventava nulla. Facevamo 18 milioni di spettatori. Ero una sconosciuta, il giorno dopo la gente mi fermava per strada».

A Sanremo ‘88 con Bosè.
«I big erano andati a Mediaset e Arbore rifiutò. Miguel mi scelse perché parlavo spagnolo, al provino gli raccontai una barzelletta. Al debutto, per lo stress mi riempii di puntini rossi sul collo. Un truccatore li nascose con due quintali di fondotinta».
Nel ‘90 con Dorelli.
«Mi ritrovai senza voce. Mi salvò Toto Cutugno: “Tranquilla, ci penso io”. E mi preparò la sua tisana magica».
Che c’era dentro?
«Forse erbe. Secondo me anche cortisone, dopo 10 minuti parlavo benissimo».

A «Buona Domenica» con Gerry Scotti.
«Mi faceva un sacco di scherzi. C’era un gioco in cui ci si attaccava in fronte un foglietto con il nome di un personaggio. Lui indovinava perché lo leggeva riflesso sul vetro dell’orologio. Mi prendeva in giro e io ci cascavo».
Si gettava in imprese spericolate e diventò “Super-Gabry”.
«Roberto Ferrante, autore e mio amico, sapeva che praticavo sport estremi e mi propose di farlo in tv: “Diamo una botta di adrenalina”. Mi allenai con un team di stuntman».
Si buttò da una gru.
«Il bungee jumping era la moda del momento. Ero felice, non vedevo l’ora».
Impavida.
«In America avevo frequentato la scuola di sopravvivenza per manager, ho imparato a controllare le emozioni. E in vacanza mi iscrissi alla scuola per trapezisti».
Si fece sparare in aria tipo fionda.
«Divertente, peccato che durasse poco».
Si lanciò in auto a 180 all’ora contro un’altra macchina messa in verticale. «Bellissimo, ma dovevo stare attenta a fare dei movimenti precisi, altrimenti mi sarei sfracellata. I rivali di Domenica In credevano che ci fosse il trucco, che all’ultimo mi avrebbe sostituita un pilota vero e di nascosto riguardarono il filmato al rallentatore. Ero proprio io».
Si tuffò dal quinto piano su un “letto” di cartoni.
«Imparai a cadere. Bisogna irrigidire gli addominali e mettere le ginocchia in un certo modo. In caso di emergenza qualche speranza di salvarmi ce l’ho».
Camminò sui tizzoni ardenti.
«Prima di partire mi misero i piedi nel ghiaccio. Certo alla fine sono bollenti, però si va veloce, nessuna ustione».
Quando corse in auto tra le fiamme non andò tutto liscio.
«Ho respirato il fumo, però mi sono ripresa subito».
Campionessa di toro meccanico.
«Gambe strette sotto la sella, schiacciata da un lato. Nessuno mi ha mai battuto».
Solo un vero toro in carne e corna la mandò ko.
«A un rodeo in Lombardia, mi ha disarcionato all’ultima prova. Mi sono strappata i muscoli della gamba destra, ho un buco sulla coscia, un dolore tremendo. Ma sono stata fortunata».
Perché?
«Mi mandarono i medici del Milan Lab che con un laser speciale mi hanno rimesso in piedi. Però fui costretta a smettere con le sfide».
Di qualcosa avrà paura. Se ora vedesse un topo salterebbe sulla sedia come noi?
«No, scherza? Lo accompagnerei gentilmente alla porta senza fargli male. Pensare che ero una bambina molto emotiva, facevo pattinaggio artistico e fallivo le gare perché mi tremavano le gambe. Sono sempre in controllo, non bevo e non fumo, marijuana meno che mai, questo aiuta».
Si iscrisse a Forza Italia.
«Berlusconi aveva appena presentato il suo programma politico. Mi chiamò proprio il Corriere della Sera. “Che ne pensa?” Il giorno dopo scoprii che ero stata l’unica a parlarne bene, con Vianello e Mike Bongiorno. Mi telefonò Silvio. “Candidati con noi”. Risposi di no. “Però ti darò una mano”. Fondai il dipartimento Spettacolo e Cultura».
Nel 2001 fu eletta alla Camera. E fu presa di mira.
«Ero di destra e portavo i tacchi alti, la cosa più carina che mi dicevano era che ero scema. Invece vinsi contro uno di sinistra fortissimo».
I colleghi la snobbavano.
«Mi vedevano come una marziana, alcuni parlando manco mi guardavano negli occhi. Poi però feci passare proposte con il sostegno di tutto l’arco parlamentare».
Tamponò un bus con la Porsche e poi la parcheggiò sul marciapiede davanti alla Camera.
«Fu il bus a tagliarmi la strada trinciandomi la targa davanti. E non ho lasciato l’auto sul marciapiede ma di traverso, vicino alle sbarre del parcheggio riservato ai parlamentari, che era pieno. Ci sono addetti incaricati di sistemarle se non c’è posto, le chiavi erano dentro».
La Porsche ce l’ha ancora?
«Certo, la comprai nel ‘94, era il mio sogno di bambina».
Nel 2008 tirò i capelli alla Iena Filippo Roma.
«L’ho strapazzato, ma certa gente ti viene sotto solo per fare ascolti, gli fa gioco provocarti. “Sei in ritardo”. Ma ero appena uscita dalla commissione Infanzia e stavo andando a piedi alla Camera».
Nel 2011 lasciò il Cavaliere: qualcuno la soprannominò “Gabriella iscariota”.
«Ero a disagio da tempo nel partito. In Parlamento votavo le nostre proposte ma poi a Margherita di Savoia, dove ero sindaco, la gente si lamentava con me che non c’era lavoro, che moriva di fame, che non aveva casa. Quelli credevano di colmare il deficit con la lotta all’evasione, figurati. Alla fine non ce l’ho fatta più».
Berlusconi se la prese?
«Lui no, i suoi sì».

Invece sta con suo marito Marco da 29 anni.
«Se non avessi incontrato lui non mi sarei più sposata. Altri fidanzati non mi volevano indipendente o che lavorassi in tv, lui mi sostiene».

Disse: «Gli uomini li voglio alti, belli e deficienti».
«A 20 anni, poi ho deciso che li volevo pure super-intelligenti. Non vedevo l’ora di essere autonoma, i miei genitori non ci facevano uscire. Per papà “le ragazze perbene alle 8 di sera tornano a casa”».

Basta tv, basta politica.
«Mi sono reinventata imprenditrice nel cinema. Noi italiani facciamo bei film ma poi siamo carenti nella distribuzione all’estero. Ecco, io mi occupo di promozione in Spagna e Serbia. E organizzo grandi eventi per arte, moda, cibo, agricoltura».
Tornerebbe in tv?
«Per un programma di storia. O uno con cui mettere in contatto chi offre lavoro e chi lo cerca».
Andrà mai a «Ballando»?
«No, troppo scontato».

Super-Gabry è sparita?
«C’è ancora, d’estate gioco a tennis 4 ore sotto al sole, poi vado in palestra e nuoto».
Sempre su tacco 12?
«Non li ho mai tolti».