la Repubblica, 6 aprile 2025
Rafah, il medico che ha visto i corpi dei paramedici: “Avevano le mani legate. Un’esecuzione”
Per me ci sono pochi dubbi, è stata un’esecuzione. Li hanno uccisi pur sapendo che erano operatori umanitari». Parla a Repubblica il dottor Ahmad Al-Farra, 55 anni, primario di Pediatria dell’ospedale Nasser di Khan Yunis. È il medico che per primo il 30 marzo scorso ha potuto vedere i cadaveri dei paramedici ritrovati nella fossa comune scavata non lontano dal luogo dove sono state assaltate le ambulanze e gli altri mezzi del convoglio di soccorso. È Al-Farra che ha fatto una prima analisi delle salme.
Cosa le fa pensare che sia stata un’esecuzione?
«Perché ho visto che tre corpi avevano ai polsi i segni dei lacci. Qualcuno gli ha legato le mani prima di sparargli. Quando li hanno portati in ospedale avevano ancora le divise della Mezzaluna addosso, come è possibile sbagliarsi? Li hanno colpiti deliberatamente».
Cos’altro ha notato sui corpi?
«Ne ho visti diversi ma non tutti, perché c’era troppa gente e troppa confusione nella sala. Quelli che ho potuto esaminare avevano fori di proiettile sulla fronte e sulla parte alta del torace, anche questo mi fa pensare a un’esecuzione. Chi ha sparato ha mirato bene, questo è molto chiaro».
Cos’altro ha notato?
«Dallo stato in cui si trovavano, si capiva che erano passati circa 7 giorni dal momento del decesso. Avevano molta sabbia addosso perché li hanno interrati in una sorta di fossa comune. Di sicuro non sono morti per un raid aereo, tutte le ferite che ho visto erano da arma da fuoco».
È riuscito a parlare con l’unico sopravvissuto?
«No, credo che abbia paura a parlare ancora, teme ritorsioni per la sua famiglia che sta a Gaza».
Cosa pensa di quanto è successo?
«Che va inquadrato nella tragedia immane che stiamo vivendo nella Striscia di Gaza. Ogni giorno muoiono cento palestinesi. Ora questa storia ha attirato l’attenzione del mondo, per la palese bugia dell’esercito israeliano che all’inizio ha detto che le ambulanze avevano le luci spente e avanzavano in modo sospetto. Ma qui si muore ogni giorno sotto le bombe o perché colpiti dai soldati. È un massacro che va fermato, ma nessuno dice niente a Israele. E temo che anche questa volta andrà così».