Specchio, 6 aprile 2025
La resistenza delle farfalle italiane contro il declino
Bellissime, coloratissime, con nomi che sembrano usciti dalle fiabe: Ilia, Pafia, Cedronella, Pieride del biancospino, American lady. Peccato che siano in grave pericolo, alcune di esse addirittura a rischio estinzione. Le farfalle, insieme ad altri insetti come le api, impollinano l’85% delle piante: strategiche per l’ecosistema, bio indicatori d’eccellenza, oltre ad essere fragili, ma terapeutiche per la psiche umana, rappresentano soprattutto quel sottile equilibrio che permette la sopravvivenza di alcuni habitat e di altre specie animali, tra le quali molte specie di uccelli. Le farfalle sono simbolo, da sempre, della natura in generale e della primavera in particolare, ma la cui popolazione è in forte decremento in tutti e quattro gli angoli del globo, come dimostrano gli ultimi studi di settore pubblicati.
Lo studio Usa
Negli Stati Uniti, in particolare, le popolazioni delle farfalle di 554 specie stanno precipitando, diminuite del 22%, secondo “Rapid butterfly declines across the United States during the 21st century”, studio pubblicato il 6 marzo scorso sulla rivista Science. Attraverso 35 programmi di monitoraggio e 76. 957 indagini, l’analisi ha preso in esame 12, 6 milioni di farfalle, per verificare le tendenze della loro popolazione negli ultimi 20 anni, dal 2000 al 2020: «I nostri risultati su scala nazionale dipingono il quadro più completo, e preoccupante, dello stato delle farfalle in tutto il Paese», ha sottolineato Matt Forister, entomologo e professore di Biologia dell’Università del Nevada – Reno.
Nel periodo analizzato, il 33% delle singole specie di farfalle ha mostrato tendenze di calo significativo, con il Sud Ovest colpito più duramente, il che, come ha sottolineato lo stesso Forister, «è coerente con altre scoperte secondo cui le farfalle stanno diminuendo in modo sproporzionato nei climi aridi e caldi». Cinque specie di farfalle americane sono già scomparse e 29 sono in via di estinzione. Per molti ricercatori è già troppo tardi per salvarle.
In Europa
Sebbene la concentrazione di questo studio fosse esclusivamente negli Stati Uniti, questi risultati sono paragonabili a ciò che i ricercatori stanno osservando anche in Europa e in Italia, come sostiene la professoressa Simona Bonelli, docente di Zoologia del Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, una delle massime autorità europee in tema di studi e ricerche sulle farfalle: «L’Italia è il paese europeo con la più alta biodiversità: esistono circa trecento specie di farfalle, che rappresentano i 2/3 dell’intera popolazione europea. Il numero che contiamo nel nostro paese è, indicativamente, lo stesso del Canada, un dato straordinario, considerate le proporzioni dei due territori. Basti pensare, poi, che il Piemonte è la zona italiana a più ampia biodiversità, con oltre duecento specie di farfalle censite. E poi – continua la professoressa – esiste un aspetto positivo: l’Italia non ha perso alcuna specie di farfalle, non abbiamo registrato alcuna estinzione, come certificano le Liste rosse (IUCN– Unione Mondiale per la Conservazione della Natura). Al contrario, purtroppo, di quanto avvenuto in altri paesi europei, come Belgio, Olanda e Germania, dove le specie ormai scomparse sono tra il 20 e il 30%. Ecco perché – conclude Bonelli – l’Italia ha una responsabilità enorme: avendo una ricchezza incredibile deve salvaguardare le specie, anche se, purtroppo l’abbondanza degli individui per specie è in declino, con picchi anche più importanti rispetto agli Stati Uniti. Questo lo stiamo osservando da circa cinque anni, soprattutto nel nord Europa, che pure attua politiche di conservazione mirate, al contrario di noi».
La lista rossa
Una fotografia preoccupante, quella scattata dalla Bonelli, che nel 2016, insieme ad altri ricercatori delle Università di Torino, Firenze e Roma Tor Vergata, e al Dipartimento di Scienze del Museo di Storia Naturale di Londra, ha redatto per l’IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (https://www.iucn.it/) la prima Lista Rossa delle Farfalle Italiane, registrando per almeno il 6% della nostra fauna un preoccupante rischio di estinzione a breve termine. Un declino numerico che, per le farfalle, ha diversi fattori scatenanti, a partire dal cambiamento climatico – prediligono ambienti ricchi di vegetazione, quindi la desertificazione, naturale o artificiale, è loro nemica – all’uso di pesticidi, fino all’aumento della cementificazione, estesa ormai anche al di fuori dei grandi centri urbani.
La rete
Perciò è fondamentale monitorarne costantemente la popolazione – per questo è nato negli anni ’90, in Europa, il Butterfly Monitoring Scheme, adottato in Italia nel 2019: una rete di “cittadini scienziati” che in modo volontario e armati di guide e retini contano farfalle in percorsi definiti “transetti fissi”. Ormai diffusa in tutti i Paesi Europei, è anche l’unica rete di monitoraggio di invertebrati e di insetti impollinatori, e alla quale possono unirsi tutti i cittadini, contando le farfalle e condividendo i dati, che confluiscono in un unico data base europeo (https://butterfly-monitoring.net/it).
La rete unisce ricercatori e appassionati ed è sostenuta in Italia anche da ALI, l’Associazione Lepidotterologica Italiana (https: //www. lepidoptera. life), che promuove la ricerca, il censimento di farfalle e falene per la loro tutela: in Italia sono 16 le specie protette dalle Direttive Europee. Il sistema delle Aree Protette così come le oasi WWF sono in prima linea, ma ognuno di noi, quindi, può fare la differenza: osservandole, contandole durante una passeggiata, o, semplicemente, accogliendole nel proprio giardino, e pazienza per qualche erbaccia.