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 2025  aprile 06 Domenica calendario

Registro elettronico, la stretta di Valditara: “Ora basta pubblicità”

È suonata la campanella dell’ultima ora per il registro elettronico senza regole. Il registro, il principale strumento di comunicazione tra scuola e famiglia, non può contenere pubblicità e giochi. Insomma, niente spot. Un tempo si sarebbe detto che «non si interrompe un’emozione», ma si parlava di film. In questo caso si parla di altro: di una piattaforma che è diventata obtorto collo parte integrante della vita delle famiglie con figli studenti. Qui ci sono voti, le terribili e ansiogene medie, pagelle, assenze, compiti da svolgere a casa e pezzi di lezioni svolte in aula.
A fare chiarezza e a definire la grammatica del tanto amato-odiato registro elettronico introdotto nel 2012 ci pensa adesso una circolare del ministero dell’Istruzione. Segna come fossero errori da matita blu quel che il registro non deve pubblicare. Errori già segnalati da un’inchiesta de La Stampa: l’estensione My Tools del registro elettronico Classe Viva conteneva giochi e pubblicità, poi oscurati e rimossi.
Da poche ore, il ministero ha fornito a tutte le scuole italiane e agli Usr (Uffici scolastici regionali) «le indicazioni sulle modalità di gestione del registro elettronico». Il ministro Valditara parlando con il nostro giornale aveva, sin da subito, posto l’altolà alla pubblicità e ai giochi sul registro elettronico. Nel frattempo il ministero ha approfondito la questione e, nel giro di un mese, il Mim ha scritto ai dirigenti scolastici per fare chiarezza.
«Il registro – si legge nella nota ministeriale – non deve contenere iniziative commerciali o di marketing, trasferimento di dati a soggetti terzi, messa a disposizione di contenuti non essenziali (mini-games, oroscopo, chat), esposizione di banner pubblicitari o rinvio a siti di terze parti contenenti proposte commerciali di qualunque categoria merceologica (acquisto di libri, di materiale scolastico)». Un impegno quello del ministro Valditara mantenuto con chi gli aveva chiesto di intervenire. Ed erano stati in tanti: da Valentina Chinnici e Paola Bortoletto, rispettivamente presidente del Cidi (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) e di Andis (Associazione nazionale dei presidi), dalla Garante dell’Infanzia e Adolescenza Marina Terragni ad Attilio Fratta presidente di DirigentiScuola a Stefano Rocchi il responsabile di Assoscuola. «È un passo importante all’insegna della chiarezza e della trasparenza perché siano sempre preservate le finalità istituzionali del registro elettronico», dice il ministro Giuseppe Valditara a La Stampa. Una promessa mantenuta.
La nostra inchiesta era partita dalle segnalazioni e dalle preoccupazioni della project manager Giovanna Garrone. Navigando tra una comunicazione in bacheca e un bollettino di PagOnline sul registro della figlia, iscritta a un liceo scientifico di Torino, si è imbattuta nei «Contenuti Extra» accessibili, previo consenso, sia ai genitori che agli studenti (anche minorenni). Qui era possibile prenotare consulenze con la psicologa o la sessuologa, richiedere prestiti, acquistare libri e materiale scolastici sullo Scuola Shop del Gruppo Spaggiari Parma (fornitore della piattaforma). Oppure valutare l’offerta di un corso di inglese, di soggiorni-studio all’estero. O del doppio diploma.
Anche il giurista e componente del Garante per la Protezione dei Dati Personali Agostino Ghiglia, interpellato da La Stampa, verificò sull’app del figlio liceale la presenza di consigli commerciali, poco prima che fossero tolti. «Sì, viene chiesto il consenso, ma quello è un consenso meno libero perché lì mi trovo su uno strumento ad uso obbligatorio da parte di genitori e studenti. Chi è il titolare del trattamento di quei dati nell’estensione?», si domandava Ghiglia. Nelle indicazioni ministeriali viene posta grande attenzione alla privacy e alla sicurezza dei dati, viene citato il vademecum La scuola a prova di privacy redatto dal Garante. «Il registro presenta particolari profili di delicatezza, essendo strettamente connesso all’espletamento di funzioni pubbliche essenziali proprie delle istituzioni scolastiche», precisa il ministero.
Cosa deve essere, cosa può contenere e a cosa deve servire il registro elettronico è ora chiarito nelle indicazioni operative di gestione: «I registri elettronici devono essere esclusivamente orientati al soddisfacimento delle finalità di organizzazione e gestione delle attività educative», viene ricordato. «E- aggiunge il ministero – i dati contenuti devono essere pienamente e facilmente trasferibili ad altri registri o applicazioni rispetto a specifiche esigenze delle Istituzioni scolastiche». Le indicazioni che «potranno essere aggiornate periodicamente» sono state accolte «con piacere e soddisfazione” dal Gruppo Spaggiari Parma che- sottolinea – “definiscono in modo chiaro gli ambiti di intervento».